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Sahara Occidentale: La resistenza silenziosa - ARTE illumina la lotta per l'autodeterminazione


Parigi, 10 aprile 2025  - Il canale televisivo franco-tedesco ARTE ha acceso i riflettori sulla tenace battaglia del popolo Saharawi per l'autodeterminazione e l'indipendenza, attraverso un incisivo documentario intitolato "Sahara Occidentale: Guerrieri del Deserto".

Il reportage, della durata di 24 minuti e frutto della regia di Rémi Cadoret e Gilles Jacir, offre uno sguardo penetrante sulla risoluta determinazione dei Saharawi di fronte all'occupazione marocchina. Con una narrazione potente e immagini evocative, il documentario demolisce la cortina di fumo propagandistica orchestrata dal regime di Makhzen e dai suoi organi di informazione, svelando la cruda realtà del conflitto in corso contro il Fronte Polisario.

La telecamera di ARTE si addentra immediatamente nel cuore della contesa, con una sequenza che ritrae i soldati saharawi mentre pattugliano l'imponente muro di sabbia, una cicatrice nel paesaggio desertico che separa i territori occupati da quelli liberati. Questa barriera, eretta dal Marocco nel tentativo di arginare le incessanti azioni del Fronte Polisario, diviene subito un simbolo tangibile di una guerra che si protrae da decenni.

Il commento che accompagna le immagini è inequivocabile: ARTE conferma come i militanti del Fronte Polisario stiano combattendo contro il Marocco da cinquant'anni, con l'obiettivo irremovibile di rivendicare i territori annessi nel lontano 1975.

La testimonianza di Mohamed Ali, un soldato dell'Esercito popolare di liberazione del Sahara occidentale che da ben 35 anni si batte nel deserto, incarna la resilienza e l'incrollabile volontà del suo popolo di liberare la propria terra dall'occupante marocchino. Le sue parole, cariche di dignità e fermezza, risuonano con la forza di chi non ha alternative: "Ho più di 59 anni e continuo a lottare perché non ho altra scelta. Il motivo è semplice: il nostro nemico, il Marocco, occupa la nostra terra. Finché rimarremo saldi, continueremo la guerra, e poi i nostri figli e nipoti continueranno la lotta".

Il documentario offre poi un essenziale inquadramento storico del conflitto, ripercorrendo le tappe cruciali della lotta del popolo saharawi a partire dal ritiro delle forze spagnole nel 1975, che pose fine a oltre novant'anni di colonizzazione. Questo contesto storico è fondamentale per comprendere le radici profonde di un conflitto spesso dimenticato dai media internazionali.

Un aspetto particolarmente toccante del reportage è la denuncia della grave minaccia rappresentata dalle mine antiuomo per la popolazione saharawi. I registi evidenziano come circa dieci milioni di questi ordigni siano disseminati attorno al muro di sabbia costruito dal Marocco, trasformando la regione in una delle aree più contaminate al mondo.

Il documentario pone l'attenzione sulla straordinaria figura di Induruha Farkoun, una donna saharawi che ha dedicato la sua vita allo sminamento e ha fondato un'associazione per fornire assistenza alle vittime di queste trappole invisibili. La sua storia è un potente esempio dell'impegno e del contributo fondamentale delle donne saharawi in molteplici ambiti. Attraverso il loro coraggioso lavoro di sminamento e la loro instancabile opera di sensibilizzazione sui pericoli di questi ordigni esplosivi, esse dimostrano una resilienza e una determinazione ammirevoli.

"Tutto il nostro territorio è pieno di mine, e questo minaccia la vita dei saharawi quando vanno a prendere l'acqua o a pascolare i loro campi. Ecco perché andiamo dalle famiglie per avvertirle di questi pericoli", spiega con lucidità Induruha Farkoun, sottolineando l'impatto devastante di questi ordigni sulla vita quotidiana della sua comunità.

Infine, il documentario di ARTE illumina un aspetto spesso trascurato: il ruolo attivo delle donne saharawi all'interno dell'Esercito di liberazione saharawi. La telecamera si addentra in un campo di battaglione femminile, dove giovani donne tra i 20 e i 30 anni ricevono un rigoroso addestramento fisico, imparano l'uso delle armi e acquisiscono competenze di primo soccorso. Questa testimonianza visiva demolisce gli stereotipi e rivela l'impegno totale delle donne nella lotta per la liberazione della loro patria.

La trasmissione di questo incisivo reportage da parte di ARTE, avvenuta martedì 8 aprile, rappresenta un importante contributo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica europea su una questione cruciale e spesso ignorata. "Sahara Occidentale: Guerrieri del Deserto" offre uno sguardo autentico e profondo sulla resilienza di un popolo che, nonostante le avversità, continua a lottare con incrollabile determinazione per il proprio diritto all'autodeterminazione.

https://www.youtube.com/watch?si=Wj4KK5RxoE_vkekT&fbclid=IwY2xjawJkSF9leHRuA2FlbQIxMAABHpcPvHHB6mCdTzxf2gxGcfqFlfXFyLsF3QAlW5h19Cav3D_9JGgV6yjc5Iei_aem_Go0g0TqluybmFlI1qHzAfw&v=w6D3mpzM_Ak&feature=youtu.be


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