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Sahara Occidentale: Rapporto shock denuncia l'uso di droni marocchini contro i civili, escalation di violenza inquietante


Sahara occidentale, 11 aprile 2025 - Un nuovo e dettagliato rapporto dell'Ufficio di coordinamento dell'azione contro le mine saharawi (SMACO) getta una luce cruda e allarmante sulla drammatica escalation dei crimini perpetrati dall'occupazione marocchina nel Sahara Occidentale. Il documento rivela l'utilizzo sistematico e letale di droni armati contro la popolazione civile saharawi, con un bilancio di decine di vittime e ingenti danni materiali.

Il quarto rapporto SMACO documenta con precisione quasi 300 persone colpite, direttamente o indirettamente, dagli attacchi negli ultimi quattro anni. Il tragico bilancio supera le 160 vittime tra morti e feriti, con un'agghiacciante percentuale del 63% di decessi tra coloro che sono stati presi di mira. La gravità degli attacchi è ulteriormente sottolineata dalla definizione contenuta nel rapporto, che li descrive non come semplici operazioni mirate, ma come "esecuzioni missilistiche di massa senza pietà".

Il rapporto quantifica l'orrore in cifre, registrando ben 123 attacchi di droni negli ultimi quattro anni. Questa statistica inequivocabile conferma una spirale di violenza inarrestabile nella regione, evidenziando come i droni siano diventati "uno strumento chiave per portare a termine attacchi devastanti in questo territorio occupato".

Un dato particolarmente inquietante emerso dal rapporto è che il 49% delle vittime erano civili in movimento. "Questo dato conferma che gli attacchi non erano casuali, ma avevano come obiettivo principale il movimento di persone e merci, in particolare civili", si legge nel documento. La fonte accusa apertamente un "tentativo sistematico di paralizzare la circolazione delle persone e di creare un clima di paura e instabilità in grado di ostacolare l'attività economica della popolazione saharawi".

L'analisi geografica degli attacchi rivela un'ulteriore preoccupazione: il 60% degli episodi contro i civili si è concentrato nella parte meridionale del Sahara Occidentale, in particolare nelle aree a est del muro di separazione (berma). Questa concentrazione geografica, secondo il rapporto, conferma "un'escalation militare sistematica" in questa specifica area.

Il documento non tralascia l'aspetto più disumano di questa escalation, sottolineando come gli attacchi con i droni condotti dall'occupazione marocchina abbiano deliberatamente preso di mira anche i più vulnerabili: bambini e donne. Il rapporto cita il tragico esempio di otto bambini e delle loro famiglie colpiti, fornendo un'ulteriore e dolorosa prova dell'attacco diretto ai civili.

Oltre alle perdite di vite umane e ai danni fisici, il rapporto SMACO evidenzia le profonde ferite psicologiche inflitte alla popolazione civile. Tra le conseguenze documentate figurano "stress post-traumatico e ansia, nonché depressione, disperazione, fobie, paura degli spazi aperti, disturbi del sonno e insonnia...", testimonianze silenziose ma devastanti dell'impatto del terrore indotto dai droni.

Le conseguenze materiali degli attacchi sono altrettanto gravi. Decine di veicoli sono stati distrutti e centinaia di capi di bestiame sono morti, privando molte famiglie beduine e rurali delle loro principali fonti di sostentamento. La paura di ulteriori attacchi ha costretto intere comunità a fuggire, abbandonando le proprie case e i propri mezzi di sussistenza.

Questo nuovo rapporto SMACO rappresenta un'accusa formale e dettagliata delle tattiche militari impiegate dall'occupazione marocchina nel Sahara Occidentale. Le sue rivelazioni sulla crescente e indiscriminata violenza contro i civili, perpetrata attraverso l'uso di droni armati, richiedono un'attenzione urgente da parte della comunità internazionale e un'immediata azione per garantire la protezione dei diritti umani e la fine di questa spirale di terrore.

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