Sahara occidentale, 15 aprile 2025 - Le forze di sicurezza e le agenzie di intelligence marocchine hanno intensificato la pressione sulle famiglie dei prigionieri civili saharawi del gruppo Gdeim Izik nel Sahara occidentale occupato. La denuncia arriva direttamente dal signor Abdallah Swailam, direttore dell'Ufficio di coordinamento per gli affari dei territori occupati nelle isole Canarie, che ha segnalato un preoccupante accerchiamento delle abitazioni familiari. Questa azione, secondo Swailam, mira chiaramente a intimidire e dissuadere le famiglie dal partecipare e sostenere la crescente campagna nazionale e internazionale che chiede con forza la liberazione dei loro congiunti detenuti.
L'imposizione di un vero e proprio assedio di polizia alle residenze delle famiglie dei prigionieri coincide temporalmente con l'annunciata campagna promossa dal Presidente saharawi e Segretario generale del Fronte Polisario, Brahim Ghali. L'obiettivo primario di questa mobilitazione è ottenere il rilascio dei civili saharawi ingiustamente incarcerati dalle autorità di occupazione marocchine.
Nel fornire ulteriori dettagli su queste gravi violazioni, Abdallah Swailam ha dichiarato all'agenzia di stampa SPS che tali azioni rientrano in una più ampia "politica coloniale marocchina di repressione sistematica contro la popolazione civile saharawi nei territori occupati". Ha inoltre sottolineato la palese violazione dei diritti umani insita in queste manovre, specificando che "le forze di occupazione marocchine hanno circondato le case delle famiglie dei prigionieri politici rinchiusi nelle carceri marocchine con il preciso intento di impedir loro di raggiungere l'abitazione del detenuto politico Hassana Dah, membro del gruppo Gdeim Izik".
Swailam ha chiarito che lo scopo dell'incontro che le forze marocchine hanno cercato di impedire era quello di permettere alle famiglie di esprimere pubblicamente la loro adesione alla campagna nazionale e internazionale per la liberazione di tutti i prigionieri politici saharawi detenuti nelle carceri del Marocco.
Il direttore dell'Ufficio di coordinamento ha condannato con fermezza questo assedio e le ostruzioni poste in essere, definendole "una flagrante violazione dei diritti umani fondamentali, in particolare della libertà di riunione pacifica e di espressione, diritti universalmente garantiti dal Patto internazionale sui diritti civili e politici". Swailam ha inoltre evidenziato come tali azioni costituiscano una chiara infrazione della Quarta Convenzione di Ginevra, con particolare riferimento all'articolo 27, che sancisce l'obbligo di proteggere i civili e di rispettare i loro diritti essenziali in contesti di occupazione.
La situazione a El Aaiun appare dunque sempre più tesa, con la comunità internazionale chiamata ancora una volta a vigilare sul rispetto dei diritti umani nei territori occupati del Sahara Occidentale e a sostenere le richieste di liberazione dei prigionieri politici saharawi.