Campi profughi saharawi, 10 aprile 2025 - Un'ondata di sdegno popolare sta montando nella Wilaya di Dakhla da mercoledì 9 aprile 2025, in seguito alla tragica morte di un civile saharawi. L'uomo, secondo le prime e ancora frammentarie ricostruzioni, sarebbe stato fatalmente colpito da un proiettile esploso da militari dell'esercito algerino nelle immediate vicinanze e all'interno del perimetro geografico del campo profughi di Dakhla.
La vittima, si trovava presumibilmente nell'area alla ricerca di oro e pietre preziose per assicurare il proprio sostentamento. Questa zona, notoriamente interdetta ai civili e posta sotto la sorveglianza delle forze armate algerine, è ora diventata il simbolo di una crescente frustrazione che serpeggia tra la popolazione saharawi residente nei campi.
La notizia del decesso si è propagata con rapidità fulminea attraverso i canali social, in particolare tramite messaggi vocali condivisi su WhatsApp, innescando un acceso dibattito e una ferma condanna nei confronti dell'accaduto. Numerosi cittadini saharawi hanno affidato ai messaggi vocali la propria rabbia e il profondo senso di ingiustizia, denunciando con veemenza quella che percepiscono come una grave violazione della dignità umana e una seria minaccia alla sicurezza dei rifugiati all'interno dei loro stessi insediamenti.
Questo tragico evento ha riaperto dolorose ferite, richiamando alla memoria pregressi episodi di violenza che, a detta di molti, non hanno mai ricevuto una presa di posizione ufficiale o adeguate scuse da parte delle autorità algerine competenti.
L'uccisione del civile, descritto da più fonti come un padre di famiglia, ha infiammato il dibattito online, con una moltitudine di utenti che ora esigono chiarezza sulle dinamiche dell'accaduto e invocano giustizia per la vittima. La vicenda continua a generare una forte risonanza sui social media, evidenziando un malcontento palpabile e la crescente richiesta di una reazione concreta da parte della leadership saharawi di fronte a questo ennesimo, luttuoso evento.
Al momento, non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale né dalle autorità saharawi né da quelle algerine in merito al tragico episodio.
