New York, 7 aprile 2025 - A pochi giorni dalla cruciale riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prevista per il 14 aprile 2025, un presunto rapporto riservato del capo della MINURSO (Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale), Alexandre Ivanko, è trapelato sulla stampa marocchina, scatenando immediate polemiche e sollevando interrogativi sulla neutralità e l'efficacia della missione ONU. L'incidente giunge in un momento delicato, segnato da una crescente frustrazione internazionale per il protrarsi del conflitto e dalla mancanza di progressi diplomatici significativi.
Il documento, pubblicato dal sito web marocchino Horizon.ma, notoriamente vicino alle posizioni del governo di Rabat, dipinge un quadro complesso della situazione sul terreno. Secondo le indiscrezioni, Ivanko avrebbe sottolineato come il mandato dell'inviato personale del Segretario Generale per il Sahara Occidentale, Staffan de Mistura, stia giungendo al termine in un contesto di profonda e rapida evoluzione del conflitto.
Il presunto rapporto non lesina critiche velate all'operato della stessa MINURSO, definendola paradossalmente "una missione che funziona meglio che mai dal punto di vista logistico, ma che fa fatica a influenzare le dinamiche di un conflitto in rapida evoluzione". Questa affermazione, se confermata, getterebbe ombre sulla capacità della missione di incidere realmente sulla risoluzione della disputa territoriale.
Sul fronte operativo, il documento trapelato riconosce un miglioramento logistico per la MINURSO. Vengono menzionati regolari convogli terrestri a est del muro difensivo marocchino e frequenti voli di rifornimento con elicotteri, dettagli già presenti in precedenti comunicazioni della missione. Questo avanzamento avrebbe permesso, sempre secondo il rapporto, l'installazione di sistemi di energia solare a Bir Lahlou e Mijek, nonché la ripresa dei piani pluriennali per migliorare le condizioni di vita nelle basi operative situate a est del muro, un progresso significativo per l'autonomia e la sostenibilità della missione in un ambiente desertico ostile.
Tuttavia, questa efficienza logistica contrasta stridentemente con la persistente impasse diplomatica. Il termine ultimo fissato da Staffan de Mistura nell'ottobre 2024 è imminente, senza che si registrino passi avanti concreti verso una soluzione politica. Il presunto rapporto Ivanko rivela anche un tentativo fallito della MINURSO di stabilire una tregua temporanea in occasione del Ramadan. Secondo il documento, il comandante della MINURSO avrebbe rinnovato l'appello per un cessate il fuoco a entrambe le parti, ottenendo una risposta condizionata positiva dal Marocco e un silenzio da parte del Fronte Polisario.
Un aspetto particolarmente controverso del presunto rapporto riguarda la gestione delle informazioni relative agli attacchi di droni. Mentre il documento riconosce segnalazioni di "altri quattro attacchi" con conseguenti vittime tra i combattenti del Fronte Polisario, Ivanko avrebbe lamentato la mancata autorizzazione o indicazione precisa delle coordinate da parte del Polisario per poter avviare indagini. Questa omissione nel rapporto, se confermata, solleva seri interrogativi sulla completezza e l'imparzialità dell'analisi della situazione sul campo.
Il presunto rapporto Ivanko attacca duramente il Fronte Polisario, accusandolo di "ostruzione sistematica" che impedirebbe alla MINURSO di adempiere al proprio mandato di osservazione. Al contrario, il documento evidenzia la presunta cooperazione delle forze di occupazione marocchine, sottolineando come la MINURSO continui a indagare sulle sparatorie a ovest del muro "accompagnata dagli ufficiali di collegamento delle Forze armate reali". Questa disparità di trattamento nelle accuse rischia di compromettere ulteriormente la percezione di neutralità della missione da parte del Fronte Polisario e dei suoi sostenitori.
Nonostante le tensioni, il rapporto di Ivanko rileva una diminuzione degli attacchi da parte dell'esercito saharawi nel corso del 2024, con un minimo storico registrato a novembre, pur riconoscendo un "leggero aumento" a partire da gennaio 2025.
Il documento conferma, tuttavia, un cambiamento significativo nella natura del conflitto, con un crescente impiego di tecnologie avanzate, in particolare i droni. Ivanko riferisce di continue segnalazioni di attacchi di droni da parte delle forze armate reali a est del muro, principalmente nella zona di Mijek, e di avvistamenti di droni di sorveglianza nella zona di Tifariti.
Infine, il presunto rapporto menziona indagini congiunte di team MINURSO e UNMAS (United Nations Mine Action Service) su tre siti di presunti attacchi, confermando l'impatto e i danni materiali, ma senza riscontrare vittime. Questa constatazione viene interpretata da Ivanko come un'indicazione che tali attacchi sarebbero diretti principalmente contro infrastrutture o equipaggiamenti, piuttosto che contro i combattenti.
La fuga di notizie di questo presunto rapporto riservato giunge in un momento critico e rischia di esacerbare le già tese relazioni tra le parti in conflitto e di minare la fiducia nella MINURSO. L'assenza di un commento ufficiale da parte della missione ONU sull'autenticità del documento e sul suo contenuto non fa che alimentare ulteriormente le speculazioni e le preoccupazioni sulla sua imparzialità e sulla sua capacità di svolgere efficacemente il proprio mandato in vista dell'imminente riunione del Consiglio di Sicurezza. La comunità internazionale attende ora con ansia ulteriori sviluppi e chiarimenti su questa delicata vicenda.