Tours (Francia), 3 aprile 2025 - La marcia internazionale per la libertà, un'iniziativa commovente volta a ottenere il rilascio dei prigionieri politici saharawi detenuti nelle carceri marocchine, ha fatto il suo ingresso nella città di Tours il 2 aprile. A guidare con determinazione questo significativo corteo è Claude Mangin, moglie del prigioniero politico saharawi Namaa Asfari, figura emblematica del gruppo Gdeim Izik. Tours, pittoresca località situata a circa 240 chilometri a sud di Parigi, rappresenta la prima tappa cruciale di un percorso che si snoderà attraverso diverse città di Francia e Spagna.
L'obiettivo primario di questa marcia è duplice: da un lato, sensibilizzare l'opinione pubblica europea sulla drammatica condizione dei prigionieri politici saharawi, vittime di ingiusta detenzione; dall'altro, mobilitare una vasta ondata di solidarietà internazionale per offrire un sostegno concreto a questi uomini e donne che stanno affrontando una difficile prova. Il culmine di questa mobilitazione sarà il raggiungimento di Kenitra, città marocchina dove Namaa Asfari e numerosi altri prigionieri politici saharawi sono attualmente reclusi nel carcere centrale.
In un'accorata dichiarazione rilasciata alla televisione nazionale, Claude Mangin ha espresso profonda soddisfazione per l'avanzamento della marcia. Ha evidenziato con favore il crescente e costruttivo interesse dimostrato dai media e dalla stampa nei confronti della causa saharawi. Questo rinnovato impegno informativo sta contribuendo a offrire una prospettiva più equilibrata e indipendente sulla questione, segnando un netto contrasto con la controversa posizione ufficiale della Francia, da tempo schierata a sostegno dell'occupazione.
Con fermezza, Claude Mangin ha sottolineato l'impellente necessità di denunciare i doppi standard e le politiche contraddittorie adottate dalle potenze globali, con particolare riferimento alla Francia, nella loro gestione del conflitto del Sahara Occidentale. La marcia rappresenta un appello vibrante alla comunità internazionale affinché prenda coscienza della gravità della situazione e agisca con decisione per garantire il rispetto dei diritti umani e l'applicazione del diritto internazionale anche per il popolo saharawi.