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Scomparsa forzata e tortura psicologica: La famiglia Haddi lancia l'allarme internazionale per Mohamed Lamine


Marocco, 4 aprile 2025L'ombra della sparizione forzata e della tortura psicologica si allunga nuovamente sulla figura di Mohamed Lamine Haddi, giornalista e prigioniero politico saharawi. La sua famiglia, in un disperato appello lanciato il 2 aprile, denuncia la sua detenzione in isolamento da dieci giorni nella prigione marocchina di Tiflet 2, rievocando i 97 giorni di angoscia che seguirono un suo precedente sciopero della fame.

La dichiarazione della famiglia Haddi, intrisa di dolore e determinazione, dipinge un quadro allarmante: la salute di Mohamed Lamine, già precaria a causa di patologie multiple, si sta deteriorando rapidamente, aggravata dalla negazione di cure mediche adeguate. Ma c'è di più: il divieto di comunicare con la madre, un atto di crudeltà deliberata, viene denunciato come una forma di tortura psicologica, un ulteriore tassello nell'oppressione sistematica che grava sui prigionieri saharawi.

Di fronte a questa flagrante violazione dei diritti umani, la famiglia Haddi non si arrende. Anzi, rilancia la sua battaglia con una campagna internazionale, un grido di allarme che risuona oltre i confini del Marocco. L'obiettivo è chiaro: fare luce sulle condizioni di Mohamed Lamine, denunciare la sua ingiusta detenzione e chiedere giustizia. L'hashtag #SaveHaddi diventa il simbolo di questa mobilitazione globale, un invito a tutti i Sahrawi e alle coscienze sensibili a unirsi nella lotta per la sua liberazione.

La famiglia Haddi non esita a puntare il dito contro lo Stato marocchino, ritenendolo responsabile di ogni conseguenza che possa derivare da questa situazione inaccettabile. E ribadisce con forza il suo impegno incrollabile a sostegno di Mohamed Lamine e di tutti i prigionieri politici saharawi, vittime di un sistema che calpesta i diritti umani fondamentali.

La Dichiarazione della Famiglia Haddi: Un Grido di Dolore e Determinazione:

"Oggi, mercoledì 2 aprile, Mohamed Lamine Haddi è stato privato della possibilità di comunicare per il decimo giorno consecutivo. L'amministrazione carceraria di Tiflet 2 gli nega deliberatamente il diritto di parlare con sua madre, il cui cuore è spezzato, e la gioia dell'Eid al-Fitr è stata cancellata dalla sua ingiusta detenzione. Non dimentichiamo i 97 giorni di sparizione forzata che seguirono i suoi scioperi della fame. Sembra che vogliano ripetere quell'orrore".

"Noi, famiglia di Mohamed Lamine Haddi, annunciamo una nuova campagna internazionale per far luce sulla sua sorte. Non ci fermeremo. La sua voce è stata messa a tacere, ma noi saremo la sua voce. Chiediamo a tutti i Sahrawi e alle persone di coscienza di unirsi a noi con l'hashtag #SaveHaddi, per chiedere il rispetto dei suoi diritti".

"Mentre il mondo islamico celebra l'Eid al-Fitr, noi siamo privati della nostra voce, vittime dell'arroganza dell'amministrazione carceraria. Ma non ci arrenderemo. Continueremo a lottare per la giustizia e la libertà dei nostri prigionieri".

"Riteniamo l'amministrazione di Tiflet 2 e le autorità marocchine responsabili di ogni conseguenza per la salute di Mohamed Lamine, già compromessa da gravi malattie e dalla mancanza di cure mediche. La sua sparizione forzata è inaccettabile".

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