Algeri, 11 aprile 2025 - Il Consiglio della Nazione, camera alta del Parlamento algerino presieduta da Salah Goudjil, ha ribadito con forza giovedì che la risoluzione del conflitto del Sahara Occidentale risiede in un referendum "equo e trasparente" sotto l'egida e la responsabilità delle Nazioni Unite. La presa di posizione giunge in risposta alla recente conferma da parte del Dipartimento di Stato americano del sostegno alla proposta di autonomia marocchina, una mossa definita da Algeri come una "deviazione dalla legalità internazionale".
In una nota ufficiale, la camera alta algerina ha dichiarato di "rinnovare il suo fermo attaccamento alla convinzione che la questione del Sahara Occidentale possa trovare una soluzione giusta e duratura solo attraverso l'esercizio del coraggioso diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi attraverso un referendum equo e trasparente, sotto la supervisione e la responsabilità delle Nazioni Unite".
Il Consiglio della Nazione ha espresso profonda preoccupazione per la posizione statunitense, sottolineando come essa rappresenti una "deviazione dalla legalità internazionale, che dovrebbe essere sostenuta, in particolare da un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Secondo la camera alta, tale posizione non farebbe altro che "alimentare le ambizioni colonialiste del regime marocchino, offrendogli vuote vittorie che non potranno né cambiare le verità storiche né alterare l'inevitabile corso della Storia, che rifiuta e disprezza il colonialismo, per quanto a lungo possa durare".
L'organo parlamentare ha inoltre avvertito che la posizione americana "sarà anche un ostacolo agli sforzi internazionali volti a promuovere soluzioni ONU e a consentire al popolo saharawi di esercitare il proprio legittimo diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza, in linea con il quadro giuridico concordato, vale a dire il piano di risoluzione ONU del 1991".
Rifacendosi alla dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri algerino del 9 aprile 2025, il Consiglio della Nazione ha ribadito la natura "giuridica, unica e indiscutibile" della questione saharawi, definendola un "caso di decolonizzazione, come affermato da tutte le risoluzioni internazionali e regionali pertinenti". Ha inoltre ricordato che la questione è "registrata come tale nell'ordine del giorno della Quarta Commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché nelle sue risoluzioni che sanciscono il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione".
Condanna Unanime dei Partiti Algerini:
La presa di posizione del Consiglio della Nazione è stata ampiamente condivisa e rafforzata dalle reazioni dei principali partiti politici algerini, che hanno espresso una ferma condanna della posizione del Dipartimento di Stato americano.
Il Raggruppamento per la Speranza dell'Algeria ha manifestato il suo "profondo sconcerto e il suo rifiuto" della posizione statunitense, definendola una "palese contraddizione" con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e una "chiara violazione della legittimità internazionale". Il partito ha sottolineato come tale posizione "mina tutti gli sforzi delle Nazioni Unite volti a raggiungere una soluzione giusta e definitiva basata sul diritto inalienabile del popolo saharawi all'autodeterminazione e all'indipendenza", condannando la decisione come un "vergognoso pregiudizio a favore dell'occupazione marocchina". Il Raggruppamento per la Speranza dell'Algeria ha esortato gli attori internazionali, in particolare ONU e Unione Africana, a sostenere l'indipendenza del Sahara Occidentale e a permettere al suo popolo di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione senza imposizioni esterne.
Anche il National Democratic Rally (RND) ha "denunciato e condannato" l'annuncio dell'amministrazione statunitense, definendolo una "decisione di parte" che viola la legittimità internazionale e le risoluzioni ONU che classificano il Sahara Occidentale come questione di decolonizzazione. L'RND ha interpretato la posizione statunitense come una "ricompensa per il regime marocchino di Makhzen" in cambio della sua normalizzazione con Israele e del suo sostegno all'aggressione contro il popolo palestinese, ribadendo il proprio sostegno alla posizione algerina e agli sforzi ONU per un referendum di autodeterminazione.
Il Fronte del Futuro ha descritto la decisione degli Stati Uniti come un "flagrante disprezzo per la legittimità internazionale e una grave violazione del diritto storico e umanitario del popolo saharawi all'autodeterminazione". Il partito ha sottolineato che tale diritto non è una "concessione" ma un "principio fondamentale sancito dalle Nazioni Unite", avvertendo che "qualsiasi tentativo di imporre soluzioni al di fuori del quadro della legittimità internazionale distorce il cammino della giustizia". Il Fronte del Futuro ha elogiato le lotte per la libertà e ha ribadito la sua solidarietà con il popolo saharawi, invitando la comunità internazionale a "rispettare i propri obblighi morali e legali" e a tornare al processo ONU come unico quadro legittimo per la risoluzione del conflitto.
Il Movimento per la Costruzione Nazionale (MCN) ha espresso una "ferma condanna" della posizione statunitense, definendola un tentativo di "eludere la legittimità internazionale". Il partito ha manifestato "estremo stupore" di fronte a quella che definisce una "nuova posizione conflittuale", in netta contraddizione con i principi della legittimità internazionale. L'MCN ha ribadito che il Sahara Occidentale è un territorio non autonomo e che il suo status definitivo può essere risolto solo attraverso un processo di decolonizzazione che garantisca l'autodeterminazione del popolo saharawi. Il movimento ha espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni destabilizzanti della posizione statunitense sulla pace e la sicurezza internazionale, ribadendo il fermo sostegno dell'Algeria al diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi e l'impegno a utilizzare ogni strumento politico per sostenerlo.
Le prese di posizione unanimi delle istituzioni e dei partiti politici algerini evidenziano la crescente tensione regionale in seguito al rinnovato sostegno statunitense al piano di autonomia marocchino, riaffermando con forza la centralità del referendum di autodeterminazione come unica via per una soluzione giusta e duratura del conflitto del Sahara Occidentale.