New York, 24 aprile 2025 - Il Washington Post ha pubblicato una rettifica ufficiale a un articolo apparso il 13 aprile 2025, in cui si avanzavano accuse infondate di legami tra il Fronte Polisario e l’Iran, oltre a presunti arresti di combattenti saharawi in Siria. Tali affermazioni, prive di riscontri concreti e smentite dallo stesso Polisario, sono state bollate dal movimento saharawi come “inverosimili” e “un insulto alla dignità di un popolo che lotta per la propria libertà”.
La correzione è stata pubblicata nell’edizione cartacea del quotidiano statunitense il 23 aprile. Il giornale ha ammesso di non aver incluso la posizione ufficiale del Fronte Polisario nell’articolo originale. Quest’ultimo, firmato dalle giornaliste Souad Mekhennet e Loveday Morris, sosteneva – sulla base di fonti anonime – che esistesse una cooperazione militare tra il Polisario e l’Iran, e che centinaia di combattenti saharawi fossero detenuti in Siria.
Secondo il comunicato della Presidenza della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), si tratta di “una manipolazione deliberata della realtà” e di un tentativo di “strumentalizzare il contesto mediorientale per delegittimare una lotta nazionale per l’autodeterminazione”. Il Fronte Polisario ha ribadito di non avere alcun legame con Teheran né interessi nei conflitti regionali fuori dall’Africa settentrionale.
La rettifica arriva nel contesto di una campagna diplomatica e mediatica portata avanti dal Marocco, volta a ottenere dagli Stati Uniti la designazione del Polisario come organizzazione terroristica. Tale strategia è supportata da una rete di informazione filo-marocchina attiva negli Stati Uniti, di cui la giornalista Mekhennet – secondo fonti saharawi – sarebbe espressione diretta.
Nel testo della rettifica, il Washington Post scrive:
“Il 13 aprile, il nostro articolo di prima pagina sul nuovo governo siriano e i presunti traffici sostenuti dall’Iran ha omesso di includere la posizione del Fronte Polisario, che nega ogni coinvolgimento con l’Iran. Il Polisario afferma che suggerire una loro partecipazione a conflitti estranei alla loro causa è irragionevole e offensivo, oltre che contrario alla realtà dei fatti”.
L’incidente solleva interrogativi sul rigore giornalistico e sull’uso di fonti non verificate per promuovere narrazioni favorevoli a potenze regionali. La comunità internazionale è chiamata a prestare maggiore attenzione alla qualità dell’informazione riguardante il Sahara Occidentale, un conflitto dimenticato ma ancora irrisolto, che coinvolge direttamente i diritti fondamentali del popolo saharawi.
