Sahara occidentale, 11 dicembre 2024 - Il recente annuncio di Dahamco relativo a un progetto da 4 miliardi di dollari per l'idrogeno verde e l'ammoniaca nella penisola di Dakhla, nel Sahara Occidentale occupato, solleva serie questioni legali ed etiche ai sensi del diritto internazionale. Il Sahara Occidentale è riconosciuto come territorio non autonomo, e la presenza del Marocco nella regione è classificata come occupazione.
Il progetto Dahamco e il coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti:
Dahamco, con sede a Dakhla, è parte di una joint venture da 25 miliardi di dollari tra il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti. Il progetto mira a sfruttare le abbondanti risorse eoliche e solari del Sahara Occidentale per produrre ammoniaca verde destinata all’esportazione in Europa tramite un megaporto in costruzione a Dakhla. La partecipazione degli Emirati evidenzia non solo interessi geopolitici legati alle energie rinnovabili, ma anche un tentativo di rafforzare le rivendicazioni marocchine sul Sahara Occidentale, nonostante queste siano considerate invalide dal diritto internazionale.
Contesto giuridico del Sahara Occidentale:
Nel 1975, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha respinto categoricamente le rivendicazioni di sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale, riconoscendo il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione. Inoltre, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha definito l’azione del Marocco come un’occupazione illegale. Qualsiasi attività economica nel territorio richiede il consenso esplicito del popolo saharawi, un aspetto che manca nel progetto Dahamco.
Sentenze della Corte di Giustizia Europea:
La Corte di Giustizia Europea ha stabilito più volte che il Sahara Occidentale è un territorio distinto e separato dal Marocco. Di conseguenza, gli accordi commerciali che includono risorse del Sahara Occidentale, come le possibili esportazioni del progetto Dahamco, sono illegali senza il consenso esplicito del popolo saharawi. Tali decisioni mettono in dubbio la legalità delle operazioni di Dahamco e delle esportazioni previste verso l'Europa.
Sentenza dell'Alta Corte sudafricana:
Nel 2017, l'Alta Corte sudafricana ha stabilito che l'esportazione di fosfato dal Sahara Occidentale violava il diritto internazionale poiché avveniva senza il consenso del popolo saharawi. Questa decisione sottolinea l’illegalità di qualsiasi sfruttamento delle risorse naturali nei territori occupati, confermando la rilevanza delle norme internazionali anche per il progetto Dahamco.
Preoccupazioni etiche e geopolitiche:
Il progetto Dahamco rappresenta una strategia del Marocco per integrare il Sahara Occidentale nella sua economia, erodendo i diritti del popolo saharawi. Gli investitori degli Emirati Arabi Uniti, coinvolti direttamente nel progetto, rischiano di essere complici nella perpetuazione dell’occupazione. L'assenza del consenso saharawi evidenzia la natura di sfruttamento di questa iniziativa, che viola principi fondamentali di autodeterminazione e rispetto delle popolazioni indigene.
Il progetto Dahamco nel Sahara Occidentale occupato è illegale e non etico, oltre a esacerbare le tensioni geopolitiche. Il parere della Corte Internazionale di Giustizia, le sentenze della Corte di Giustizia Europea e la decisione dell'Alta Corte sudafricana evidenziano l’illegalità dello sfruttamento delle risorse del territorio senza il consenso delle popolazioni locali. Le operazioni di Dahamco consolidano l'occupazione e rappresentano una grave violazione del diritto internazionale, stabilendo un pericoloso precedente per gli investimenti stranieri nei territori occupati.
Gli investitori e le parti coinvolte devono garantire il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani per evitare complicità in queste violazioni. Solo un approccio che rispetti i principi di autodeterminazione e trasparenza può portare a soluzioni giuste e sostenibili per il Sahara Occidentale.
