New York (Nazioni Unite), 18 novembre 2024 - Nel 49º anniversario della firma dell'Accordo di Madrid, Sidi Mohamed Omar, membro della Segreteria Nazionale del Fronte POLISARIO, rappresentante presso l'ONU e coordinatore presso la MINURSO, ha pubblicato un articolo approfondito che riafferma la posizione delle Nazioni Unite sul Sahara Occidentale come questione di decolonizzazione irrisolta.
Di seguito, il testo integrale dell'articolo, che evidenzia l'invalidità giuridica dell'Accordo di Madrid e il ruolo ineludibile della Spagna come potenza amministratrice del territorio.
L'Accordo di Madrid: Un Documento Privo di Valore Giuridico sul Sahara Occidentale
Sono trascorsi 49 anni dall’Accordo tripartito di Madrid, siglato dalla Spagna, dalla Mauritania e dal Marocco il 14 novembre 1975. Questo documento, noto come "Dichiarazione di principi di Madrid", ha rappresentato un tentativo unilaterale di redistribuzione dell’amministrazione del Sahara Occidentale. Tuttavia, le Nazioni Unite non hanno mai riconosciuto questo accordo come valido ai sensi del diritto internazionale, poiché viola i diritti inalienabili del popolo saharawi all'autodeterminazione e all'indipendenza, sanciti dalla Risoluzione 1514 (XV) dell’Assemblea Generale.
Nonostante le dichiarazioni del Marocco e della Spagna, il parere legale del Consulente legale delle Nazioni Unite, Hans Corell, emesso il 29 gennaio 2002, ha chiarito che l’Accordo di Madrid non ha trasferito la sovranità sul territorio né ha conferito ai firmatari lo status di potenza amministratrice. Il Sahara Occidentale, dunque, rimane classificato come territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione.
La Spagna: Potenza Amministratrice "de jure"
Secondo il diritto internazionale, la Spagna mantiene lo status di potenza amministratrice del Sahara Occidentale, nonostante i tentativi di disimpegno. Questo obbligo è stato confermato da una sentenza della Corte Nazionale Spagnola nel 2014 e ribadito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2016, che ha riconosciuto lo "status separato e distinto" del Sahara Occidentale rispetto al Marocco.
Inoltre, la Risoluzione 78/81 dell’Assemblea Generale del 2023 ribadisce che, finché il popolo saharawi non avrà esercitato il suo diritto all’autodeterminazione, la Spagna deve adempiere ai suoi obblighi internazionali ai sensi della Carta delle Nazioni Unite.
La Situazione Attuale: L’Urgenza di Concludere la Decolonizzazione
Le Nazioni Unite continuano a considerare il Sahara Occidentale una questione irrisolta di decolonizzazione. Il Segretario Generale e il Comitato speciale per la decolonizzazione riaffermano regolarmente che il destino del territorio deve essere deciso dal popolo saharawi attraverso un processo di autodeterminazione libero e genuino.
Nonostante i tentativi del Marocco di consolidare la sua occupazione, l'Accordo di Madrid e le azioni successive non hanno alcun effetto giuridico sullo status internazionale del Sahara Occidentale. Ogni tentativo di forzare un diverso esito contrasta con i principi fondamentali del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.
Conclusione: Una Questione di Giustizia Internazionale
Fino a quando il Sahara Occidentale non sarà decolonizzato attraverso l’esercizio del diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi, il territorio rimane ufficialmente non autonomo. Gli Stati membri delle Nazioni Unite sono obbligati a sostenere questo principio, astenendosi da qualsiasi azione che comprometta lo status del Sahara Occidentale o violi i diritti del suo popolo.
Il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 2024 ha ribadito che il diritto all’autodeterminazione è una norma imperativa del diritto internazionale, vincolante per tutti gli Stati. Questo principio deve guidare la comunità internazionale nel risolvere una delle ultime questioni di decolonizzazione rimaste al mondo.