Agadir (Marocco), 18 dicembre 2025 – Il sistema giudiziario marocchino ha emesso una nuova sentenza di condanna ai danni degli studenti e attivisti saharawi Salah Brahim Sabbaar e Brahim Babit. Secondo fonti locali per i diritti umani, i due giovani sono stati condannati a otto mesi di reclusione effettiva e al pagamento di una sanzione pecuniaria, al termine di un procedimento che gli osservatori definiscono di natura politica.
Il contesto dell'arresto:
La vicenda ha avuto inizio lo scorso 5 dicembre 2025, quando la polizia di Agadir ha tratto in arresto i due studenti presso l'Università Ibn Zohr. Successivamente deferiti al procuratore del tribunale locale, Sabbaar e Babit sono stati processati con capi d'imputazione che le organizzazioni saharawi denunciano come "fabbricati ad arte". Secondo i difensori dei diritti umani, la condanna rappresenta una misura di rappresaglia diretta contro il loro attivismo sindacale e politico all'interno del campus universitario.
Una persecuzione sistematica:
La sentenza odierna non è un episodio isolato, ma si inserisce in un quadro di crescente pressione giudiziaria:
- Precedenti recenti: Solo due mesi fa, i due attivisti avevano già scontato 30 giorni di reclusione a seguito di una denuncia presentata dal Preside della Facoltà di Giurisprudenza della medesima università.
- Tempistiche sospette: La rapidità con cui si è giunti alla nuova condanna (meno di due settimane dall'ultimo arresto) solleva dubbi sul rispetto delle garanzie processuali.
La denuncia delle organizzazioni civili:
La Lega per la protezione dei prigionieri saharawi nelle carceri marocchine ha espresso piena solidarietà ai detenuti e alle loro famiglie, denunciando con forza la deriva autoritaria delle autorità di occupazione. L'organizzazione ha lanciato un appello internazionale, mettendo in guardia sulla sistematica "politica di arresti politici" adottata dallo Stato marocchino per mettere a tacere i difensori dei diritti umani e gli attivisti che rivendicano l'autodeterminazione del popolo saharawi.
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