Roma, 18 dicembre 2025 – La questione del Sahara Occidentale è tornata al centro del dibattito parlamentare italiano nel corso della seduta del Comitato Permanente sui Diritti Umani nel Mondo della Camera dei Deputati, svoltasi mercoledì 17 dicembre nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella promozione e tutela dei diritti umani e nel contrasto a ogni forma di discriminazione.
A rilanciare con forza il tema è stata la Presidente del Comitato, Laura Boldrini, che ha denunciato il persistente silenzio mediatico e diplomatico che da decenni circonda il destino del popolo saharawi, ribadendo la necessità di riportare il diritto all’autodeterminazione al centro dell’agenda internazionale, nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite.
L’audizione alla Camera: le voci della società civile e del Fronte Polisario
Nel corso della seduta, il Comitato ha dedicato uno spazio specifico all’analisi della situazione nel Sahara Occidentale, ascoltando rappresentanti del Fronte Polisario e della società civile italiana impegnati da anni nella difesa dei diritti del popolo saharawi. Sono stati auditi:
- Fatima Mahfud, rappresentante del Fronte Polisario in Italia;
- Nadia Conti, presidente della Rete Saharawi;- Valentina Roversi, vicepresidente della Rete Saharawi;
- Francesca Doria, presidente del Gruppo Diritti Umani della Rete Saharawi;
- Giulia Olmi, in rappresentanza del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP).
Gli interventi hanno tracciato un quadro drammatico di una popolazione divisa dal 1975 tra i territori del Sahara Occidentale occupati dal Marocco e i campi profughi nel sud-ovest dell’Algeria, dove circa 170.000 rifugiati saharawi vivono da decenni in condizioni di estrema precarietà, fortemente dipendenti dagli aiuti umanitari internazionali.
Autodeterminazione negata e stallo delle Nazioni Unite:
«Una pace giusta, solida e duratura può fondarsi solo sul pieno rispetto del diritto all’autodeterminazione», ha affermato Laura Boldrini, ricordando che il popolo saharawi è privato della propria terra e dei propri diritti fondamentali da quasi cinquant’anni. La Presidente del Comitato ha espresso forte preoccupazione per l’attuale fase di stallo a livello internazionale, caratterizzata da segnali politici contraddittori.
«Mentre le Nazioni Unite e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno ribadito la centralità del referendum di autodeterminazione», ha sottolineato Boldrini, «una recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sembra invece avallare la proposta unilaterale del Marocco, fondata su una limitata autonomia all’interno del Regno». Una prospettiva che, secondo la Presidente, ignora le sentenze internazionali e le legittime aspirazioni del Fronte Polisario, riconosciuto dalle Nazioni Unite come unico rappresentante del popolo saharawi.
Emergenza umanitaria e repressione nei territori occupati:
Accanto allo stallo politico, l’audizione ha messo in luce due criticità urgenti. Da un lato, la grave emergenza umanitaria nei campi profughi saharawi, aggravata dalla progressiva riduzione dei finanziamenti internazionali, che sta portando le condizioni di vita al limite della sostenibilità. Dall’altro, la repressione sistematica nei territori occupati, dove attivisti, difensori dei diritti umani e giornalisti saharawi continuano a essere vittime di intimidazioni, arresti arbitrari e restrizioni alla libertà di espressione sotto il controllo delle autorità marocchine.
Un appello alla coerenza del diritto internazionale:
In chiusura, Laura Boldrini ha lanciato un appello alla comunità internazionale e ai mezzi di informazione affinché venga ristabilita una coerenza nell’applicazione dei principi del diritto internazionale. «In un contesto globale segnato da conflitti e violazioni diffuse, il diritto internazionale non può essere applicato a geometria variabile», ha dichiarato. «Il principio di autodeterminazione vale per i palestinesi, per i curdi e deve valere anche per il popolo saharawi».
Alla seduta ha preso parte anche l’On. Stefano Vaccari, presidente dell’Intergruppo parlamentare “Pace per il Popolo Saharawi”, insieme ad altri membri del Comitato Permanente, a conferma di un’attenzione trasversale che, nonostante le difficoltà politiche, continua a manifestarsi in ambito parlamentare italiano verso una delle crisi di decolonizzazione più longeve e dimenticate del nostro tempo.
