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La Unión Progresista de Fiscales denuncia il rischio di espulsione dei 58 Sahrawi detenuti a Barajas


Madrid, 26 settembre 2024 - L'Unione Progressista dei Procuratori spagnoli (La Unión Progresista de Fiscales),  ha espresso grave preoccupazione per la situazione di 58 Sahrawi detenuti presso l'aeroporto di Madrid-Barajas, di cui 10 sono stati privati dello status di richiedenti asilo e rischiano l'espulsione imminente. L'UPF ha sottolineato le gravi implicazioni che questa misura potrebbe avere, non solo in termini di diritti umani, ma anche sugli obblighi internazionali della Spagna nei confronti del Sahara Occidentale.

Nel suo comunicato ufficiale, l'UPF ha illustrato diverse ragioni che motivano il suo allarme. Prima di tutto, ha ricordato che il Sahara Occidentale è considerato un territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione, e che la Spagna è tuttora riconosciuta come potenza amministrativa del territorio, come sancito da numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, sia dell'Assemblea Generale che del Consiglio di Sicurezza. Queste risoluzioni, unite alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 1975, affermano il diritto del popolo Sahrawi a un referendum di autodeterminazione, un diritto che non è stato ancora realizzato.

L’UPF ha poi evidenziato la situazione nei territori occupati dal Marocco, dove i Sahrawi, in particolare gli attivisti per i diritti umani, subiscono costanti violazioni dei loro diritti. Rapporti recenti di organizzazioni internazionali, tra cui il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura e il Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria, hanno documentato questi abusi. In questo contesto, l’UPF ha sollecitato il governo spagnolo a rispettare i diritti dei Sahrawi richiedenti asilo, avvertendo dei rischi legati alla loro possibile consegna alle autorità marocchine, che potrebbe mettere in pericolo la loro salute fisica e mentale e la loro libertà personale.

Secondo l'UPF, l’espulsione di questi richiedenti asilo in Marocco costituirebbe una violazione degli obblighi internazionali della Spagna come potenza amministrativa del Sahara Occidentale, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite. Un’azione del genere sarebbe interpretabile come un atto di complicità con l'occupazione marocchina, configurando una violazione del diritto internazionale e delle normative nazionali sul diritto d’asilo.

L’organizzazione ha inoltre ricordato che nel 2014 la Spagna era già stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per casi simili di espulsione. In quell’occasione, la Corte aveva imposto al governo spagnolo di trattenere i richiedenti asilo sul territorio nazionale fino alla risoluzione definitiva delle loro richieste di protezione, vietando espulsioni premature.

Concludendo, l'UPF ha esortato il governo spagnolo a rispettare il diritto internazionale e a garantire la protezione dei richiedenti asilo Sahrawi. Espellerli senza una valutazione approfondita dei loro casi, ha avvertito, non solo metterebbe in pericolo la loro vita, ma rappresenterebbe anche una violazione dei doveri della Spagna nei confronti del Sahara Occidentale e dei diritti umani. Il messaggio finale dell’UPF è chiaro: qualsiasi azione che faciliti il rimpatrio forzato dei Sahrawi sarebbe vista come un tradimento dei principi umanitari che governano il diritto d'asilo.



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