Campi profughi saharawi, 26 settembre 2024 - L'eroina dello sport algerino, Imane Khelif, campionessa olimpica di pugilato nella categoria dei 66 kg, ha fatto il suo ingresso nei campi profughi saharawi mercoledì 25 settembre, portando un potente messaggio di solidarietà e speranza al popolo saharawi.
Accolta con calore ed entusiasmo nella Wilaya di Smara, la campionessa è stata ricevuta da una delegazione del Ministero della Gioventù e dello Sport della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD). La sua visita è iniziata con una toccante tappa presso la scuola dedicata al martire Abdo Muhammad, dove Imane ha trascorso del tempo con gli studenti, condividendo con loro una sessione di allenamento. Questo gesto ha sottolineato ancora una volta il suo impegno a promuovere i valori dello sport, tra cui la disciplina, la perseveranza e l’inclusione sociale.
Successivamente, la campionessa si è recata alla scuola di boxe che porta il suo nome, dove ha assistito a una vivace sessione di allenamento con un gruppo di giovani atleti saharawi. La sua presenza ha ispirato profondamente i giovani aspiranti pugili, che hanno visto in lei non solo una campionessa, ma anche un simbolo di resistenza e speranza per un futuro migliore.
Secondo il programma della sua visita di giovedì 26 settembre, Imane si sposterà nella Wilaya di Awsard, dove continuerà il suo tour di solidarietà. Qui visiterà un'altra scuola di boxe e assisterà a diverse manifestazioni sportive, tra cui una partita di basket in carrozzina maschile e una partita di pallavolo femminile. Questi eventi metteranno in evidenza il suo impegno per l’inclusione nello sport, dimostrando attenzione non solo alla competizione, ma anche all'accessibilità e alla partecipazione per tutti, indipendentemente dalle loro abilità fisiche.
La presenza di Imane Khelif nei campi profughi saharawi rappresenta un gesto di grande solidarietà, offrendo ai giovani un’opportunità unica di incontrare una figura di fama mondiale. Il suo esempio è fonte di ispirazione e motivazione, in un contesto in cui lo sport può fungere da veicolo di speranza e resistenza per un popolo che continua a lottare per i propri diritti e per un futuro migliore.
