Sahara occidentale, 9 novembre 2023 - L'8 novembre 2010, il Marocco ha smantellato violentemente il campo di Gdeim Izik, una protesta non violenta di decine di migliaia di sahrawi che chiedevano l'autodeterminazione del Sahara Occidentale. Da allora, il Marocco ha continuato a violare i diritti umani dei sahrawi, torturando prigionieri politici, sfruttando le risorse naturali della regione e uccidendo civili.
Tortura e detenzione arbitraria:
Più di 50 prigionieri politici sahrawi languiscono nelle carceri marocchine, vittime di torture, maltrattamenti e isolamento. Il gruppo di prigionieri politici di Gdeim Izik, disperso nelle carceri marocchine, subisce rappresaglie quotidiane nonostante i ripetuti appelli di Amnesty International, Human Rights Watch e altre ONG.
Sfruttamento delle risorse naturali:
Il Marocco sta sfruttando le risorse naturali del Sahara Occidentale, tra cui fosfati, pesca e acqua, senza il consenso del popolo sahrawi. Queste attività stanno causando gravi danni ambientali e violando i diritti dei sahrawi.
Uccisione di civili:
Il Marocco ha ucciso numerosi civili sahrawi, tra cui donne e bambini. L'ultimo caso risale al 26 ottobre 2023, quando le forze marocchine hanno ucciso un ragazzo di 16 anni durante una protesta pacifica.
La comunità internazionale deve agire:
La comunità internazionale deve agire per fermare le violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale. Le Nazioni Unite devono esercitare la loro autorità per proteggere il popolo sahrawi e garantire il rispetto del diritto all'autodeterminazione.
A 13 anni dallo smantellamento del campo di Gdeim Izik, il Marocco continua a violare i diritti umani dei sahrawi con la complicità della comunità internazionale. È tempo che la comunità internazionale agisca per proteggere il popolo sahrawi e garantire il rispetto del diritto all'autodeterminazione.
