Bruxelles (Belgio), 7 ottobre 2025 – L’Osservatorio Saharawi per le Risorse Naturali e la Protezione dell’Ambiente (SONREP), insieme a diverse organizzazioni della società civile europea e internazionale, ha pubblicato un comunicato congiunto in cui respinge con forza il nuovo accordo commerciale tra l’Unione europea e il Marocco, che include esplicitamente il territorio occupato del Sahara Occidentale.
Nel testo si accusa il Consiglio dell’Unione europea di ignorare le sentenze vincolanti della Corte di Giustizia dell’UE (CGUE), di contraddire il diritto internazionale e di compromettere i diritti fondamentali del popolo saharawi. L’accordo, si legge, è “illegale, immorale e insostenibile”.
Tra i firmatari figurano: Asociación de Amigos y Amigas de la RASD de Álava, ACAPS-Catalunya, Finnish Peace Committee, Novact, Sahrawi Association in United States (SAUSA) e Servei Civil Internacional de Catalunya.
Le sentenze ignorate e i principi violati:
Il comunicato ricorda che la CGUE, nelle sue sentenze del 2016, 2018, 2021 e 2024, ha stabilito che il Sahara Occidentale è un territorio “separato e distinto dal Marocco” e che nessun accordo tra l’UE e il Regno marocchino può essere applicato al territorio senza il consenso libero, preventivo e informato del suo popolo, rappresentato unicamente dal Fronte POLISARIO.
Il testo richiama anche il principio della sovranità permanente sulle risorse naturali, riconosciuto dal diritto internazionale, secondo il quale solo il popolo saharawi ha il diritto di decidere come utilizzare le proprie terre e risorse.
“Un colpo alla legalità europea”:
Secondo la dichiarazione, approvando il nuovo accordo, l’UE “mina il proprio ordinamento giuridico e l’autorità della CGUE, consolida l’occupazione illegale del Sahara Occidentale da parte del Marocco e espone le istituzioni europee, gli Stati membri e le imprese private a rischi legali, politici e reputazionali significativi”.
Appello alla responsabilità e al rispetto del diritto:
Il comunicato afferma che “la credibilità dell’Unione europea è in gioco”. Ignorando le proprie sentenze, Bruxelles “indebolisce la sua posizione di attore credibile impegnato per lo Stato di diritto e il multilateralismo”.
Le organizzazioni firmatarie rivolgono quindi un appello diretto alle istituzioni europee chiedendo di:
- Sospendere l’attuazione del nuovo accordo UE-Marocco nella sua applicazione al Sahara Occidentale;
- Impegnarsi pubblicamente a rispettare tutte le sentenze della CGUE;
- Garantire che ogni accordo futuro escluda esplicitamente il Sahara Occidentale, finché il popolo saharawi, tramite il suo legittimo rappresentante – il Fronte POLISARIO – non esprima un consenso libero, preventivo e informato;
- Rinnovare l’impegno nel processo di pace delle Nazioni Unite e nel diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi.
Un appello collettivo alla solidarietà:
Oltre alle richieste istituzionali, il comunicato invita organizzazioni della società civile, sindacati, centri di ricerca, movimenti di solidarietà e gruppi ambientalisti e per i diritti umani ad aderire alla dichiarazione.
“Aggiungendo le loro firme,” si legge nel testo, “le organizzazioni si uniscono a uno sforzo collettivo per difendere la sovranità e i diritti del popolo saharawi, sostenere il diritto internazionale ed europeo, fermare lo sfruttamento illegale delle risorse naturali sotto occupazione e chiedere responsabilità alle istituzioni e alle imprese europee”.
La dichiarazione si conclude con un forte messaggio etico e politico:
“Nessun accordo commerciale può prevalere sui diritti di un popolo alla libertà, all’autodeterminazione e alla sovranità sulle proprie risorse.”
Contesto:
Il comunicato segue la recente approvazione da parte del Consiglio dell’UE di un accordo commerciale con il Marocco che include esplicitamente il Sahara Occidentale, territorio non autonomo occupato dal Marocco dal 1975.
Le sentenze della Corte di Giustizia dell’UE ribadiscono che né l’Unione né il Marocco hanno alcuna base giuridica per estendere accordi commerciali al Sahara Occidentale senza il consenso del suo popolo, rappresentato dal Fronte POLISARIO, riconosciuto dalla Corte come suo legittimo rappresentante.
