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Il diritto internazionale come pilastro della giustizia per la causa saharawi



Orano (Algeria), 14 ottobre 2025 – “Il diritto internazionale costituisce un solido pilastro della giustizia per la causa saharawi.” Con queste parole il professor Hamma Mehdi ha aperto il suo intervento durante la conferenza del 12 ottobre internazionale dal titolo “Diritto internazionale: un pilastro solido della giustizia della causa saharawi”, organizzata dall’Università di Orano 2 “Mohamed Ben Ahmed” in collaborazione con l’Università di Tifariti.

Nel corso del suo intervento, il professor Hamma ha illustrato i fondamenti giuridici che attestano la legittimità della causa saharawi, basandosi sulle risoluzioni delle Nazioni Unite, sul parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia e sui rapporti delle missioni d’inchiesta delle Nazioni Unite. Tutte queste fonti, ha sottolineato, convergono su un principio inequivocabile: il diritto inalienabile del popolo saharawi all’autodeterminazione e alla decolonizzazione del Sahara Occidentale.

Una questione di decolonizzazione irrisolta:

Hamma ha ricordato che la questione del Sahara Occidentale è classificata dalle Nazioni Unite, fin dal 1963, tra i territori non ancora decolonizzati, in applicazione della Risoluzione 1514 (XV) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che sancisce il diritto dei popoli coloniali all’indipendenza. Questo status è stato ribadito più volte dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, dai pareri giuridici delle Nazioni Unite e dalle decisioni della Corte di Giustizia Europea.

L’accademico ha evidenziato che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiaramente definito la presenza del Marocco nel Sahara Occidentale come “un’occupazione militare”, attraverso le Raccomandazioni n. 34/37 (1979) e n. 35/19 (1980), che invitano Rabat a porre fine alla sua presenza nel territorio.

Le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia:

El Mahdi ha richiamato la storica sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 16 ottobre 1975, che ha stabilito in modo definitivo che non esistono legami di sovranità tra il Sahara Occidentale e il Regno del Marocco o la Mauritania. La Corte ha affermato che nessun vincolo giuridico può ostacolare l’applicazione del principio di autodeterminazione per il popolo saharawi, da esercitare attraverso “la libera e genuina espressione della volontà degli abitanti del territorio”.

In questo contesto, Hamma ha ricordato anche il rapporto della Missione d’inchiesta delle Nazioni Unite del 1975, che riconobbe nel Fronte Polisario l’unico rappresentante legittimo del popolo saharawi e raccomandò alla Spagna – allora potenza coloniale – di adottare “senza indugio le misure necessarie per permettere al Sahara Occidentale di ottenere la piena indipendenza”.

L’impegno dell’ONU e gli ostacoli del Marocco:

Il professore ha ricordato che, sotto l’egida delle Nazioni Unite, il Marocco e il Fronte Polisario firmarono un piano di pace che prevedeva un referendum di autodeterminazione e un cessate il fuoco, accettando i risultati, inclusa l’eventuale indipendenza. Tuttavia, ha aggiunto, il Marocco ha sistematicamente ostacolato l’attuazione del referendum, temendo un esito favorevole all’indipendenza del Sahara Occidentale.

Il consenso africano e la legittimità internazionale:

El Mahdi ha inoltre sottolineato che la posizione dell’Unione Africana – coerente con quella dell’ex Organizzazione per l’Unità Africana (OUA) – ribadisce da decenni la necessità di garantire al popolo saharawi il diritto all’autodeterminazione e alla libertà, considerandolo l’ultimo processo di decolonizzazione incompiuto del continente africano.

Ha poi ricordato che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza del 10 dicembre 2015, ha annullato l’accordo agricolo tra l’UE e il Marocco del 2012, ritenendo che il Sahara Occidentale non faccia parte del territorio marocchino. Tale decisione è stata confermata dalla Corte di Giustizia Europea nel 2016, che ha riconosciuto il Fronte Polisario come unico rappresentante legittimo del popolo saharawi.

Le risorse naturali e la sovranità saharawi:

L’accademico ha richiamato infine il parere legale del Dipartimento degli Affari Giuridici dell’Unione Africana (agosto 2015), che vieta esplicitamente al Marocco di esplorare o sfruttare le risorse naturali del Sahara Occidentale. Questo parere, adottato come documento ufficiale dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rappresenta un’ulteriore conferma della natura illegittima dell’occupazione marocchina.

Conclusione:

Concludendo il suo intervento, il professor Hamma Mehdi ha ribadito che tutti i principi del diritto internazionale – dalle Nazioni Unite alla Corte di Giustizia Europea – riconoscono il diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione e all’indipendenza. Tale riconoscimento ha permesso alla Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) di ottenere il riconoscimento diplomatico da oltre ottanta paesi nel mondo e di essere membro fondatore dell’Unione Africana, consolidando il suo status di Stato sovrano legittimo e rafforzando la sua rappresentanza internazionale attraverso il Fronte Polisario.

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