Ginevra, 11 agosto 2025 – L’Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani e Equipe Media hanno espresso “profonda preoccupazione” per il deterioramento delle condizioni carcerarie dei detenuti saharawi nelle prigioni marocchine, lanciando un appello urgente sul caso del giornalista El Bachir Khadda, detenuto arbitrariamente dal 2010.
In una dichiarazione congiunta, le due organizzazioni hanno denunciato il rifiuto di accesso alle cure, le molestie subite dal giornalista e l’impunità garantita agli autori delle torture. Khadda, figura di spicco di Equipe Media e membro dell’Osservatorio Saharawi per i Diritti Umani, fu rapito a El Aaiún occupata nel 2010 e sottoposto a torture per la sua attività giornalistica critica verso le autorità marocchine. Nel 2017 è stato condannato a 20 anni di carcere dalla Corte d’Appello di Salé; il Gruppo di lavoro ONU sulla detenzione arbitraria ha riconosciuto la sua detenzione come illegale.
Le due organizzazioni hanno denunciato che, nonostante il Marocco abbia ratificato la Convenzione contro la tortura, nessuna delle 42 denunce presentate da Khadda dal 2011 ha avuto seguito. L’ultima, del 30 giugno 2025, riguardante “rappresaglie e rifiuto di cure”, è rimasta senza risposta. Hanno quindi chiesto misure immediate per garantire la sicurezza, l’integrità fisica e il benessere psicologico del giornalista e il rispetto degli standard internazionali per tutti i detenuti saharawi.
È stato inoltre ricordato il caso del giornalista saharawi Mohamed Lamin Haddi, detenuto arbitrariamente da 15 anni a Tiflet 2, in isolamento prolungato e con contatti limitati con la famiglia. Le organizzazioni hanno richiamato le Regole Nelson-Mandela e le Linee guida di Robben Island, sottolineando che il diritto a cure mediche adeguate è fondamentale e non può essere negato.
Nel 2022, il Comitato ONU contro la tortura aveva già condannato il Marocco per la limitazione dell’assistenza sanitaria a un prigioniero saharawi e sollecitato l’adozione di misure concrete in materia.
