Parigi, 1 aprile 2025 - Un gruppo determinato di attivisti per i diritti umani ha intrapreso domenica una coraggiosa "Marcia per la Libertà" da Ivry-sur-Seine, alle porte di Parigi, con l'obiettivo di denunciare la detenzione dei prigionieri politici saharawi nelle carceri marocchine e richiederne l'immediata liberazione.
Il simbolico punto di partenza, il municipio di Ivry, ha fatto da sfondo a un'intensa mattinata di discorsi e dibattiti incentrati sulla prolungata questione del Sahara Occidentale e sulla critica situazione dei suoi cittadini incarcerati. Questa prima tappa segna l'inizio di un lungo e impegnativo percorso di circa 3.000 chilometri che condurrà i manifestanti fino in Marocco.
L'iniziativa nasce anche dalla ferma volontà di sostenere il diritto dell'attivista francese per i diritti umani Claude Mangin di visitare suo marito, Naama Asfari, condannato nel 2013 a una pena detentiva di 30 anni. Asfari è uno dei numerosi saharawi che gli attivisti ritengono detenuti arbitrariamente.
Dopo il raduno iniziale, il corteo si è mosso in direzione del municipio di Vitry-sur-Seine, rappresentando la prima tappa di un itinerario che attraverserà diverse città non solo francesi, ma anche spagnole, prima di raggiungere la prigione di Kenitra, in Marocco, luogo di detenzione di Naama Asfari.
L'Associazione degli Amici della Repubblica Araba Saharawi Democratica (AARASD), che sostiene attivamente l'iniziativa, ha reso noto che la marcia si protrarrà dal 30 marzo fino al mese di giugno. L'obiettivo dichiarato è quello di "incontrare il maggior numero possibile di persone di buona volontà, condividere la storia del popolo saharawi e gettare luce sulla loro lotta, spesso misconosciuta".
"Marciamo con una voce unita per chiedere il rilascio incondizionato di tutti gli attivisti saharawi ingiustamente privati della libertà per aver pacificamente rivendicato il loro inalienabile diritto all'autodeterminazione, un diritto sancito dalle Nazioni Unite", ha dichiarato un portavoce dell'AARASD, aggiungendo con enfasi: "Non dobbiamo mai dimenticare che nel 2023, l'ONU stessa ha dichiarato la loro detenzione come arbitraria, il che implica un obbligo immediato di rilasciarli".
Questa "Marcia per la Libertà" si configura come un'importante azione di sensibilizzazione volta a mobilitare l'opinione pubblica internazionale e ad esercitare una crescente pressione sul governo marocchino affinché ottemperi al diritto internazionale e ponga fine alla detenzione dei prigionieri politici saharawi. L'eco di questa marcia, partita dalle porte di Parigi, si spera possa risuonare fino alle istituzioni internazionali e portare un concreto cambiamento nella difficile situazione dei prigionieri saharawi.