Ginevra (Svizzera), 24 febbraio 2025 - La città di Ginevra sarà teatro, martedì 25 febbraio, di un seminario internazionale di alto livello, incentrato sulle gravi implicazioni ambientali e sullo sfruttamento delle energie alternative nel contesto dell'occupazione marocchina del Sahara Occidentale.
L'evento, organizzato dal Gruppo di Sostegno di Ginevra per il Sahara Occidentale a margine della 58ª sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, vedrà la partecipazione di ex relatori speciali delle Nazioni Unite, diplomatici, illustri professori, rinomati avvocati e attivisti ambientali provenienti da diverse parti del mondo.
Il seminario si propone di far luce sulle strategie adottate dallo Stato occupante per strumentalizzare la questione delle energie alternative nei territori occupati, coinvolgendo aziende straniere in un tentativo di conferire una parvenza di legittimità alla propria agenda coloniale.
In una dichiarazione rilasciata all'Agenzia di Stampa Sahrawi (SPS), Oubi Buchraya Bachir, rappresentante del Fronte Polisario in Svizzera, presso le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali a Ginevra, ha sottolineato l'importanza di questo incontro, che si inserisce nel quadro degli sforzi profusi dal Gruppo di Sostegno di Ginevra per il Sahara Occidentale per assicurare una costante attenzione alla causa Sahrawi durante le sessioni del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Oubi ha inoltre evidenziato come il seminario giunga in un momento cruciale, all'indomani delle storiche sentenze della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre 2024, che hanno ribadito con forza l'assenza di diritti del Marocco, in quanto potenza occupante, sullo sfruttamento delle risorse naturali del Sahara Occidentale.
Il diplomatico Sahrawi ha infine denunciato con fermezza i tentativi del Marocco di consolidare la propria occupazione economica del Sahara Occidentale, sfruttando la nobile causa globale dell'ambiente e delle energie rinnovabili per mascherare la sua occupazione militare del territorio. Ha inoltre lanciato un appello alla comunità internazionale e alle aziende coinvolte, affinché non ignorino il diritto europeo e internazionale in materia, e affinché si astengano dal partecipare a tali attività illegali.