Ginevra, 12 dicembre 2024 - La commemorazione del 64° anniversario della risoluzione ONU 1514 (XV) ha messo nuovamente sotto i riflettori la drammatica situazione nel Sahara Occidentale occupato. Un evento che ha visto la partecipazione di diplomatici, esperti e attivisti, tra cui la coraggiosa Sultana Khaya, simbolo della resistenza saharawi.
Violazioni sistematiche e impunità:
Durante l’incontro, sono state denunciate le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal Marocco nelle aree occupate. Testimonianze come quella di Sultana Khaya, che ha raccontato con toccante sincerità le torture e le umiliazioni subite, hanno offerto un volto umano alla sofferenza di un popolo intero. La sua storia, segnata dalla detenzione e dalle violenze, è purtroppo condivisa da molti saharawi.
Un appello alla comunità internazionale:
L’appello lanciato dalla comunità internazionale è chiaro: è necessario un intervento urgente per porre fine alle violazioni e garantire la protezione dei civili. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e gli altri organismi internazionali sono stati sollecitati ad agire con fermezza, adottando misure concrete per assicurare il rispetto dei diritti umani nei territori occupati.
Il peso della storia:
La risoluzione 1514 (XV) sancisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Eppure, 64 anni dopo, il popolo saharawi continua a lottare per la sua libertà. L’occupazione marocchina, le violazioni dei diritti umani e l’impunità dei responsabili rappresentano una ferita aperta nel cuore dell’Africa.
Un futuro di pace e giustizia:
Sultana Khaya e tutti gli attivisti saharawi non si arrendono. La loro determinazione è un esempio per tutti coloro che lottano per la giustizia e la libertà. La comunità internazionale ha il dovere morale di sostenerli, di fare pressione sul Marocco affinché ponga fine all’occupazione e di garantire al popolo saharawi il suo diritto all’autodeterminazione.