New York, 7 ottobre 2024 - La questione del Sahara Occidentale è tornata prepotentemente al centro del dibattito internazionale. Durante la sessione del Quarto Comitato dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata alla decolonizzazione, diverse delegazioni hanno ribadito con forza la necessità di porre fine all'ultima colonia africana.
Un coro unanime di sostegno al popolo saharawi si è levato dall'aula, con delegati provenienti da ogni continente che hanno sottolineato il diritto inalienabile all'autodeterminazione sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. L'ambasciatore sudafricano Mathu Joyini ha ricordato come il sostegno della sua nazione alla causa saharawi sia fondato sui principi della decolonizzazione e della promozione dei diritti umani.
Anche l'Angola, rappresentata dall'ambasciatore Francisco José da Cruz, ha ribadito la necessità di attuare senza indugio le risoluzioni delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana per trovare una soluzione politica, pacifica e duratura al conflitto.
Il Nicaragua, voce storica a sostegno dei popoli oppressi, ha ribadito il suo impegno a fianco del popolo saharawi, sottolineando l'urgenza di indire un referendum per consentire ai saharawi di esercitare il loro diritto all'autodeterminazione.
Timor Est, un Paese che ha vissuto sulla propria pelle le sofferenze del colonialismo, ha espresso la sua solidarietà al Sahara Occidentale, sottolineando la necessità di rafforzare la presenza delle Nazioni Unite nella regione e di integrare una componente sui diritti umani nel mandato della MINURSO.
La Guyana, a sua volta, ha esortato tutte le parti coinvolte a rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite e a impegnarsi in un dialogo costruttivo per trovare una soluzione pacifica e duratura.
