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La Corte di Giustizia dell'UE conferma l'illegittimità degli accordi UE-Marocco: una vittoria storica per il popolo Saharawi


Campi profughi saharawi, 7 ottobre 2024 - La Presidenza della Repubblica Araba Saharawi Democratica ha pubblicato un comunicato stampa in reazione al verdetto emesso dalla Corte di Giustizia Europea, celebrando la decisione come una vittoria storica per il popolo saharawi.

Comunicato stampa:

Presidenza della Repubblica Araba Saharawi Democratica

Bir Lehlou, 4 ottobre 2024 

Vittoria storica del popolo Saharawi: La Corte di Giustizia dell'UE conferma l'illegittimità degli accordi UE-Marocco e respinge in via definitiva i ricorsi di Consiglio e Commissione:

Con due sentenze storiche pronunciate dalla Grande Camera, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha confermato, il 4 ottobre 2024, l'illegittimità degli accordi UE-Marocco, siglati in violazione del consenso del popolo saharawi e del suo diritto alla sovranità sulle risorse naturali del suo territorio. La Corte ha definitivamente respinto i ricorsi presentati dal Consiglio e dalla Commissione europea.

Nel 2016 e nel 2018, la Corte aveva stabilito che, vista la natura distinta del Sahara Occidentale, qualsiasi accordo che riguardi il territorio e le sue risorse naturali deve essere accettato dal popolo saharawi, indipendentemente dai presunti benefici economici. Tuttavia, il Consiglio e la Commissione, invece di adeguarsi a queste sentenze, hanno proceduto a rinegoziare gli accordi di associazione e di pesca con l'obiettivo di includere esplicitamente il Sahara Occidentale occupato. Nel 2021, su richiesta del Fronte Polisario, il Tribunale dell'UE aveva annullato le decisioni di ratifica di tali accordi.

Le nuove sentenze ribadiscono l'inviolabilità delle conclusioni del 2016 e del 2018, affermando che il Sahara Occidentale è un territorio separato dal Marocco e che il popolo saharawi è un soggetto di diritto internazionale, la cui approvazione è essenziale per qualsiasi accordo che coinvolga il proprio territorio. Inoltre, facendo riferimento alla risoluzione 34/37 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Corte ha convalidato le decisioni precedenti, riconoscendo la legittimità giuridica del Fronte Polisario di agire in rappresentanza del popolo saharawi dinanzi ai tribunali dell'UE.

Questo riconoscimento garantisce ora al popolo saharawi l'accesso ai tribunali dell'Unione Europea per contestare qualsiasi questione riguardante l'integrità territoriale del Sahara Occidentale e lo sfruttamento delle sue risorse naturali, impedendo ulteriori tentativi di elusione delle decisioni giudiziarie. Le consultazioni fittizie vengono definitivamente invalidate, riaffermando il diritto esclusivo del popolo saharawi a esprimere il proprio consenso.

Una vittoria senza precedenti nella storia della decolonizzazione.

Le sentenze odierne rappresentano una vittoria senza precedenti nella storia della decolonizzazione, rafforzando il popolo saharawi nella sua lotta per la libertà e l'indipendenza. Con il trionfo della legalità internazionale sull'occupazione de facto, la Corte infligge un duro colpo all'occupante marocchino, privandolo delle leve economiche e politiche che finora hanno contribuito al mantenimento della sua presenza illegale nel territorio e alla sua politica di colonizzazione, basata sulla spoliazione delle risorse naturali saharawi.

Un richiamo ai principi di autodeterminazione:

Di fronte all'azione irresponsabile di alcuni Stati europei, in particolare Francia e Spagna, che con decisioni unilaterali hanno cercato di alterare lo status internazionale del territorio, le sentenze della Corte riaffermano con forza che la questione del Sahara Occidentale è una questione di decolonizzazione. Non esiste altra soluzione se non il rigoroso rispetto del diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza del popolo saharawi.

Questa vittoria rappresenta un monito per tutti gli attori internazionali: il popolo saharawi non sarà escluso dalle decisioni che riguardano il proprio futuro e le proprie risorse, e la giustizia internazionale rimane un pilastro imprescindibile per garantire i diritti delle popolazioni oppresse.

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