Breigny-sur-Orge, 16 settembre 2024 - L'89ª edizione della Fête de l'Humanité, svoltasi dal 13 al 15 settembre alla periferia di Parigi, è stata caratterizzata da una significativa partecipazione a sostegno della causa saharawi. L'evento, che richiama ogni anno decine di migliaia di visitatori da tutta la Francia e dai paesi limitrofi, ha offerto una piattaforma per sensibilizzare il pubblico sulle sofferenze del popolo saharawi e sulle loro lotte per l'indipendenza.
La partecipazione saharawi è stata visibile attraverso numerose iniziative, tra cui spiccano i due stand gestiti da associazioni della diaspora saharawi residenti nella regione parigina. Questi spazi hanno fornito ampie informazioni al pubblico riguardo alle difficili condizioni di vita nei campi profughi e sotto l'occupazione marocchina, evidenziando la repressione sistematica e la resistenza coraggiosa del popolo saharawi nonostante le risorse limitate e l’esilio forzato.
Uno degli aspetti centrali della partecipazione saharawi è stata l'organizzazione di due tavole rotonde. La prima, incentrata sui diritti umani, ha visto la partecipazione delle attiviste Fatimetou Hmoudi e Aziza Daf, insieme a Claude Mangin, attivista francese per i diritti umani. Durante l'incontro sono state discusse le drammatiche condizioni nei territori occupati e la sofferenza dei prigionieri politici saharawi nelle carceri marocchine.
La seconda tavola rotonda ha affrontato i recenti sviluppi politici, con un focus particolare sulla controversa dichiarazione del presidente francese a luglio, considerata contraria al rispetto del diritto internazionale. Mohamed Ali Zerouali, rappresentante del Fronte Polisario in Francia, ha moderato il dibattito, che ha messo in luce la crescente preoccupazione per l'atteggiamento francese. In questa occasione, è stato annunciato un evento simbolico di solidarietà: una marcia per i diritti umani guidata da Claude Mangin, moglie del prigioniero politico saharawi Naama Asfari, che partirà da Ivry, alla periferia di Parigi, e proseguirà fino alla prigione di Kenitra in Marocco. La marcia intende attirare l'attenzione sull’incarcerazione dei prigionieri politici saharawi, tra cui il gruppo Gdeim Izik.
Alla manifestazione hanno partecipato importanti figure politiche e istituzionali, tra cui il rappresentante del Fronte Polisario in Francia, Abdessalam Omar, presidente dell'associazione delle famiglie dei prigionieri saharawi scomparsi, e diversi parlamentari francesi e rappresentanti locali. Tra questi, il senatore Jérémy Bacchi e Philippe Bouyssou, sindaco di Ivry, hanno espresso il loro sostegno alla causa saharawi e hanno annunciato la partenza della marcia prevista per marzo 2025.
A chiudere la partecipazione saharawi alla Fête de l'Humanité è stata una serata culturale organizzata dall'attivista saharawi Dagja Lachgar. L'evento, di grande richiamo, ha offerto al pubblico un'immersione nella cultura saharawi, con esibizioni musicali tradizionali che hanno affascinato e coinvolto i presenti.
Nel suo discorso di apertura, Fabien Gay, senatore francese e presidente del quotidiano L'Humanité, ha ribadito il fermo sostegno del suo partito alla legittima lotta del popolo saharawi, criticando la recente posizione del presidente francese. Gay ha denunciato come la politica francese rischi di compromettere la credibilità della Francia come membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che dovrebbe difendere il diritto internazionale e non sostenere politiche di espansione coloniale.
La partecipazione della diaspora saharawi e dell'Associazione francese degli amici della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) ha riaffermato l'impegno continuo del popolo saharawi nella sua lotta per l'indipendenza, sensibilizzando il pubblico sulla loro giusta causa. Le attività promosse hanno contribuito a far emergere il sostegno alle richieste saharawi per la liberazione dei prigionieri politici e per il diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza.
