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L'Alleanza CEE chiede il rispetto del diritto internazionale nel Sahara Occidentale



Budapest, 19 dicembre 2025  – In un momento di profonda incertezza per l’equilibrio geopolitico del Nord Africa, l’Alleanza dell’Europa Centrale e Orientale per la Solidarietà con il Popolo Saharawi (CEE Alliance) ha rotto il silenzio mediatico. Attraverso una dichiarazione ufficiale rilasciata a Budapest il 18 dicembre 2025, l'organizzazione ha ribadito la necessità imprescindibile di riportare la legalità internazionale al centro della questione del Sahara Occidentale.

Il documento giunge come eco della partecipazione dell'Alleanza alla 49ª Conferenza Europea di Sostegno e Solidarietà con il Popolo Saharawi (EUCOCO), tenutasi a Parigi dal 28 al 30 novembre scorsi.

L'Impasse giuridica: Tra fatti compiuti e diritto calpestato

Il cuore della dichiarazione analizza il logorante conflitto che contrappone le aspirazioni del popolo Saharawi alle politiche di controllo del Marocco. Dal 1975, il territorio vive in uno stato di sospensione: da un lato, lo status di territorio non autonomo riconosciuto dall'ONU; dall'altro, la sovranità di fatto esercitata da Rabat.

L'Alleanza CEE sottolinea con forza il fallimento del mandato MINURSO e l'immobilismo della comunità internazionale. "La vera pace non può essere costruita sull'occupazione o sulla cancellazione", si legge nel documento, che critica apertamente il recente spostamento diplomatico di attori come la Francia verso il piano di autonomia marocchino, considerato in contrasto con le sentenze della Corte di Giustizia Europea.

Le richieste dell'Alleanza: Risorse e diritti umani

La CEE Alliance non si limita a un'analisi politica, ma lancia un appello pragmatico articolato in tre punti fondamentali:

Responsabilità Economica: Le aziende multinazionali devono cessare immediatamente lo sfruttamento delle risorse naturali nel Sahara Occidentale, condotto senza il consenso della popolazione autoctona.

Rompere il Blackout Mediatico: Viene rivolto un invito pressante a media ed educatori affinché diano voce a un popolo sistematicamente silenziato.

Azione della Società Civile: Un appello alla solidarietà attiva e al sostegno di progetti non violenti per mantenere viva la causa della decolonizzazione.

Una bussola morale per l'Europa:

A cinquant'anni dalla "Marcia Verde", la resilienza del popolo Saharawi viene definita dal Presidente della CEE Alliance, Matyas Benyik, come una "bussola morale" per il mondo intero. La dignità e la scelta della nonviolenza, nonostante decenni di esilio e oppressione, rappresentano un monito per le istituzioni europee affinché non sacrifichino i diritti umani sull'altare della Realpolitik.

"La solidarietà con il popolo Saharawi è più urgente che mai. Chiediamo ai governi delle Nazioni Unite di rispettare il diritto internazionale e di sostenere il referendum sull'autodeterminazione, troppo a lungo rimandato."

L'articolo conclude sottolineando che la stabilità della regione mediterranea dipende direttamente dalla risoluzione di questa ferita aperta, che richiede il coraggio politico di Francia e Spagna e il rispetto rigoroso delle risoluzioni ONU.

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