Madrid, 8 agosto 2024 - Il Presidente del Governo spagnolo, Pedro Sánchez, e il suo ministro degli Esteri, José Manuel Albares, insieme alla maggioranza dei membri dell’esecutivo e ai leader socialisti, continuano a ignorare le gravi violazioni dei diritti umani subite dalla comunità sahrawi detenuta nelle carceri marocchine. Questo silenzio assordante, evidenziato in numerosi articoli di Contramutis, riflette la mancanza di un'azione decisa da parte del governo spagnolo nel sostenere il diritto all'autodeterminazione del popolo sahrawi, nonostante le pressioni internazionali e le ripetute denunce delle organizzazioni per i diritti umani.
Il silenzio di Sánchez e Albares è particolarmente evidente quando si tratta dei prigionieri politici sahrawi, che languiscono nelle carceri marocchine senza alcuna tutela dei loro diritti umani. Questa situazione è stata ampiamente documentata dalle organizzazioni internazionali, comprese le istituzioni dell'ONU, che denunciano costantemente le violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Tuttavia, il governo spagnolo, che afferma di difendere i diritti umani "in qualunque parte del mondo", rimane indifferente, dimostrando una complicità preoccupante.
Nonostante questo silenzio, il Movimento dei Prigionieri Politici Saharawi (MPPS) non smette di far sentire la sua voce. Da tre anni e cinque mesi, ogni lunedì, il MPPS protesta davanti alla sede del Ministero degli Esteri a Madrid, chiedendo la libertà dei prigionieri sahrawi. Questi prigionieri, che soffrono condizioni di reclusione estreme e mancano di assistenza medica, usano lo sciopero della fame come unica arma di difesa contro l'ingiustizia.
Il manifesto del MPPS, esposto l'ultimo lunedì di luglio, sottolinea il perdurante silenzio del governo spagnolo, nonostante le gravi irregolarità nei processi e le torture subite dai prigionieri sahrawi, condannati per aver difeso i diritti umani e il diritto all'autodeterminazione del loro popolo. La determinazione del MPPS è stata riconosciuta dai prigionieri stessi e dalle loro famiglie, come evidenziato in una lettera di Ahmed Sbai, attivista per i diritti umani e presidente onorario della Lega per la protezione dei prigionieri sahrawi, attualmente incarcerato a vita nella prigione di Kenitra.
Il 29 luglio, mentre il MPPS continuava la sua protesta, il re del Marocco, Mohamed VI, ha concesso la grazia a 2.476 prigionieri, tra cui diversi giornalisti, ufficialmente condannati per reati non politici. Tuttavia, nessuno dei 35 prigionieri politici sahrawi, compresi sei giornalisti, è stato incluso in questo provvedimento di clemenza. La sezione spagnola di Reporter Senza Frontiere (RSF) ha denunciato la persecuzione dei giornalisti sahrawi e il trattamento repressivo del Marocco nei confronti della libertà di stampa nel Sahara Occidentale.
Tra le vittime di questo clima repressivo vi è anche il giornalista spagnolo Ignacio Cembrero, bersaglio di quattro cause legali intentate dal regime marocchino, tutte perse dal Marocco. In un recente messaggio su X, Cembrero ha ironizzato sulla situazione, chiedendo sarcasticamente di essere graziato da Mohamed VI, evidenziando così l'assurdità delle accuse mosse contro di lui.
La sessione plenaria del Parlamento europeo ha approvato, il 19 gennaio 2023, una risoluzione che invita le autorità marocchine a rilasciare tre giornalisti incarcerati e a porre fine alle persecuzioni contro Cembrero. Tuttavia, questo appello è stato respinto dai soli eurodeputati socialisti spagnoli e dall'estrema destra francese, un atto che ha sollevato ulteriori interrogativi sul silenzio e la complicità del governo spagnolo.
Mentre gli eventi nel Sahara Occidentale e nelle carceri marocchine continuano a suscitare indignazione internazionale, Pedro Sánchez e il suo governo mantengono un silenzio che risuona fragorosamente, ignorando le gravi violazioni dei diritti umani in corso. Di seguito, una cronologia di alcuni degli eventi relativi ai diritti umani avvenuti nel luglio 2024 nel Sahara Occidentale occupato e nelle carceri marocchine con prigionieri politici sahrawi, basata su informazioni di media sahrawi e spagnoli.