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Crimini del Marocco nel Sahara occidentale: 14 anni dopo l'omicidio di Said Dambar, il crimine resta impunito



Sahara occidentale, 24 agosto 2024 – In un atto di straordinaria resistenza nonviolenta, la famiglia saharawi di Said Sidahmed Dambar ha celebrato il 164° anniversario del loro figlio ucciso il 22 novembre 2010 per mano della polizia marocchina. Da quasi quattordici anni, in questa città del Sahara Occidentale occupato, la famiglia ha mantenuto vivo il ricordo di Said, organizzando ogni mese una commemorazione per chiedere giustizia e verità.

Nonostante la pesante presenza delle forze di occupazione, che hanno cercato di impedire ogni forma di commemorazione, la famiglia Dambar è riuscita a riunirsi nella propria abitazione, sottoposta a stretta sorveglianza. Questo atto di coraggio testimonia la determinazione della famiglia a non piegarsi alla repressione e a continuare a lottare per i propri diritti.

Il giovane Said Dambar fu assassinato durante una protesta pacifica, diventando così un simbolo della resistenza saharawi contro l'occupazione marocchina. La sua morte, come quella di tanti altri civili saharawi, non è rimasta impunita. Anzi, negli anni successivi, le violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale si sono intensificate, con un aumento di arresti, torture, sparizioni forzate e attacchi militari contro la popolazione civile.

La commemorazione non è solo un momento di dolore e di ricordo, ma anche un appello alla comunità internazionale affinché si impegni a porre fine all'occupazione del Sahara Occidentale e a garantire il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione.

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