Ginevra, 7 marzo 2024 – L'attivista saharawi per i diritti umani Aminatou Haidar ha pronunciato un duro discorso davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nella sua 55a sessione, denunciando le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal Marocco nel Sahara occidentale occupato.
Haidar, insignita del premio Right Livelihood Award, ha sottolineato come il popolo saharawi sia soggetto ad arresti arbitrari, torture e processi ingiusti per il solo fatto di difendere il proprio diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza. Ha inoltre evidenziato la deprivazione del popolo saharawi di tutti i suoi diritti economici, sociali e culturali, nonché lo sfruttamento illegale delle sue risorse naturali da parte del Marocco e dei suoi partner occidentali e internazionali.
L'attivista ha espresso profonda preoccupazione per la sicurezza degli attivisti saharawi e delle loro famiglie, in particolare di coloro che si recano al Consiglio per i diritti umani per testimoniare contro le violazioni marocchine. Ha inoltre criticato l'elezione del Marocco alla presidenza del Consiglio, definendola una "grave contraddizione con i principi di giustizia".
Haidar ha concluso il suo intervento lanciando un appello urgente all'Alto Commissario per i diritti umani affinché organizzi una missione di indagine nel Sahara occidentale occupato e invitando il Consiglio a discutere e monitorare la terribile situazione dei diritti umani nella regione.
L'intervento di Aminatou Haidar è un importante richiamo all'attenzione della comunità internazionale sulla drammatica situazione del popolo saharawi. È fondamentale che le Nazioni Unite si assumano le proprie responsabilità nel processo di decolonizzazione del Sahara occidentale e che la comunità internazionale intervenga per porre fine alle violazioni dei diritti umani perpetrate dal Marocco.
