Martedì 22 febbraio, i giovani del Partito socialdemocratico austriaco hanno organizzato una manifestazione davanti all'edificio dirigenziale della Siemens per protestare contro il suo coinvolgimento con il Marocco nel saccheggio e lo sfruttamento illegale delle risorse naturali nel Sahara occidentale occupato.
In un comunicato sulla manifestazione si affermava che Siemens Gamesa, società di energia rinnovabile, sta trattando in violazione della legittimità internazionale e del diritto europeo con il Marocco nel sfruttare le risorse nel Sahara occidentale occupato, l'ultima colonia in Africa, registrata presso le Nazioni Unite come territorio ancora in attesa del completamento del processo di decolonizzazione.
I manifestanti hanno denunciato l'accordo attraverso il quale la compagnia intende consegnare e mantenere per un periodo di cinque anni turbine eoliche per impianti eolici, due delle quali si trovano nel territorio occupato illegalmente dal Marocco nel Sahara occidentale.
Nei territori occupati del popolo saharawi, che lottano per l'autodeterminazione dal 1975, sono esposti alla repressione violenta a causa delle sistematiche violazioni dei diritti umani da parte della potenza occupante per impedire loro di rivendicare il proprio diritto alla libertà di espressione, di riunione, all'integrità fisica e alla libertà esercizio della loro cultura.
La dichiarazione ha sottolineato che l'occupazione marocchina del Sahara occidentale si basa sullo sfruttamento delle risorse o sugli investimenti esteri e sugli accordi commerciali.
Ad esempio, con l'Unione europea, che la aiutano a consolidare la sua occupazione militare di gran parte del Sahara occidentale, a sopprimere le libertà , e minano gli sforzi per raggiungere la pace e un referendum che consentirà ai Saharawi di decidere il loro destino e il loro futuro.
I giovani del Partito socialdemocratico austriaco hanno ricordato a Siemens che gli accordi commerciali firmati con la potenza occupante non sono coerenti con il diritto internazionale, dato che il Marocco non ha il diritto di sovranità sul Sahara occidentale.
La dichiarazione concludeva che è inaccettabile per un'azienda gigante come Siemens allinearsi con una forza di occupazione militare che commette massicce violazioni dei diritti umani al fine di ottenere profitti a spese dei diritti del popolo saharawi.