● Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: donne sahrawi represse, torturate, non protette e imprigionate dalle autorità di occupazione marocchine.
Nel 1993, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, su proposta della Repubblica Dominicana, e con il sostegno di altri 60 paesi, ha dichiarato la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne il 25 novembre.
Nel 1999, anche su proposta della Repubblica Dominicana, il giorno della rivendicazione è stato assunto dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella sua risoluzione 54/134, invitando tutti i governi, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non governative a convocare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza sulle donne.
Pertanto, la violenza contro le donne sahrawi nei territori sotto l'occupazione marocchina è una delle violazioni dei diritti umani più ripetute, che colpisce sempre più un numero sempre maggiore di donne. Centinaia di donne sahrawi sono vittime di violenze da parte delle forze marocchine a causa del loro pensiero politico.
L'attivista saharawi Sultana Khaya e la sua famiglia hanno subito percosse e torture psicologiche da quando è tornata nella sua città natale. Le forze di repressione praticano un assedio poliziesco mediante barriere umane che ne bloccano l'ingresso. Inoltre impediscono l'accesso ai visitatori, alcuni dei quali vengono anche maltrattati.
La vita quotidiana dei sahrawi che vivono nei territori occupati subisce la costante repressione marocchina da parte delle forze di polizia nel Sahara occidentale.
Rapimenti, percosse, stupri e umiliazioni è il pane quotidiano di ogni Saharawi che scende in piazza per rivendicare la propria terra e i propri diritti nel Sahara occidentale occupato illegalmente.