Algeri, 14 novembre 2024 - I partecipanti al convegno intitolato “Sahara Occidentale: le ultime colonie in Africa”, svoltosi mercoledì 13 novembre nella capitale algerina, hanno posto in evidenza i recenti sviluppi riguardanti la questione saharawi. Nel corso dell'evento, è stato ribadito l’appello per il rispetto delle risoluzioni internazionali che riconoscono il diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione, con la richiesta di un referendum che ne determini il futuro e favorisca la conclusione del processo di decolonizzazione.
Il convegno, organizzato all'interno dello spazio "Africa Space" durante la 27ª edizione del Salone Internazionale del Libro di Algeri, ha visto l'intervento di Malainin Lakhal, Ambasciatrice e Vice Rappresentante della Repubblica Saharawi presso l’Etiopia e l’Unione Africana. La diplomatica ha sottolineato come la questione del Sahara Occidentale rappresenti un nodo centrale a livello internazionale e costituisca uno degli ultimi esempi di colonialismo ancora irrisolti in Africa.
“La politica coloniale occidentale ha sempre cercato di mantenere il controllo e lo sfruttamento della regione nordafricana, consapevole delle sue risorse naturali e dell’unità culturale dei suoi popoli,” ha dichiarato l'ambasciatrice Lakhal. Ha inoltre espresso rammarico per il ruolo del Marocco, che, secondo lei, ha agito come un ostacolo al processo di decolonizzazione della regione, malgrado l'Unione Africana e numerosi osservatori internazionali considerino il Sahara Occidentale come l'ultima colonia del continente.
Nel suo intervento, la diplomatica saharawi ha criticato la posizione della Francia, accusandola di supportare il piano espansionistico del Marocco. “In qualità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la Francia avrebbe dovuto esercitare pressione su Rabat affinché cessasse le repressioni sistematiche contro il popolo saharawi, repressioni che si perpetuano dagli anni '70,” ha dichiarato.
Il simposio ha messo in luce anche le violazioni dei diritti umani nei territori occupati del Sahara Occidentale. “Organizzazioni internazionali e l’ONU stessa riconoscono la gravità delle violazioni commesse dal Marocco nei confronti dei saharawi,” ha affermato la rappresentante saharawi. Ha inoltre denunciato il saccheggio delle risorse della regione, accusando sia il Marocco che l’Unione Europea di approfittarsi delle ricchezze del Sahara Occidentale. A tal proposito, il Fronte Polisario ha intentato cause presso le corti europee contro gli accordi tra UE e Marocco, ottenendo sentenze favorevoli.
Lakhal ha attribuito il mancato successo delle Nazioni Unite nel processo di decolonizzazione del Sahara Occidentale alla “mancanza di una reale volontà politica da parte delle potenze influenti del Consiglio di Sicurezza, che si dedicano a manovre dilatorie, ritardando la soluzione di questa questione irrisolta.”
Anche Saeed Ayachi, presidente del Comitato nazionale algerino di solidarietà con il popolo saharawi, è intervenuto, sottolineando che l’Unione Africana ha una responsabilità storica e politica verso la decolonizzazione dell’Africa, un obiettivo centrale sin dalla fondazione dell'Organizzazione dell'Unità Africana. “È imperativo che l’Unione Africana sia coinvolta attivamente per raggiungere una soluzione giusta e duratura al conflitto del Sahara Occidentale, considerando il suo ruolo di partner dell'ONU nel processo di pace.”
Ayachi ha ribadito il sostegno dell'Algeria al popolo saharawi, ricordando che il Paese nordafricano ha storicamente appoggiato oltre 15 movimenti di liberazione nel mondo e considerato il Fronte Polisario come un movimento autentico di liberazione.
Infine, Nafi Ahmed Mohamed, segretario generale dell'Unione dei giornalisti e scrittori saharawi, ha sottolineato l’impegno intellettuale del popolo saharawi. “Il popolo saharawi non si è mai considerato una vittima delle cospirazioni subite. Piuttosto, ha condotto una rivoluzione culturale che ha raggiunto ogni angolo del globo grazie all’arte e alla scrittura,” ha dichiarato, aggiungendo che “il diritto dei saharawi non si estingue e trova il suo fondamento nella legittimità internazionale.”
Il convegno si è concluso con un forte appello alla comunità internazionale affinché si adoperi per porre fine a una delle ultime sacche di colonialismo in Africa, sostenendo il diritto inalienabile del popolo saharawi all'autodeterminazione e alla libertà.