Sahara occidentale, 19 dicembre 2025 – Il conflitto nel Sahara Occidentale sta entrando in una fase nuova e insidiosa. Secondo i recenti rapporti di analisti politici e testate indipendenti, il Marocco ha superato il concetto tradizionale di occupazione militare per adottare una dottrina di "guerra ibrida". Questa strategia, mirata a imporre il fatto compiuto sulla comunità internazionale, combina lo sfruttamento economico, la manipolazione informativa e la pressione demografica.
La dottrina della guerra ibrida:
L’analista politico Alejandro López, autore del saggio La Guerra del Estrecho, ha delineato in un’intervista a Descifrando la Guerra come Rabat stia agendo su più fronti per legittimare la propria presenza nel territorio. Non si tratta solo di controllo territoriale, ma di una complessa architettura di potere che include:
- Pressione economica e politica: Il controllo sistematico delle risorse naturali saharawi (fosfati e riserve ittiche) per creare dipendenze internazionali.
- Armamento dei flussi migratori: L'uso strumentale delle rotte migratorie verso la Spagna come leva negoziale per ottenere concessioni politiche da Madrid e Bruxelles.
- Guerra d'informazione: L'impiego di fughe di notizie controllate e la costruzione di una narrazione mediatica volta a oscurare le violazioni del diritto internazionale.
Secondo López, questo approccio mira a svuotare di significato il diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi, rendendo l'occupazione un processo irreversibile agli occhi del mondo.
Il Fronte Educativo: L'assimilazione passa dai banchi di scuola
Uno degli aspetti più controversi e recenti di questa strategia riguarda il settore dell'istruzione. Un'inchiesta del quotidiano El Independiente ha sollevato pesanti interrogativi sulla gestione delle scuole spagnole nei territori occupati, come quella di El Aaiún.
Nonostante queste istituzioni rappresentino le ultime vestigia dell'amministrazione spagnola, recenti accordi bilaterali tra Madrid e Rabat avrebbero permesso al Marocco di influenzare i programmi educativi in almeno 11 istituti.
I rischi per l'identità Saharawi:
L'allarme lanciato dalle organizzazioni per i diritti umani riguarda la cancellazione del patrimonio culturale. L'introduzione di contenuti curati dall'occupante marocchino nei centri gestiti dal Ministero dell'Istruzione spagnolo è vista come:
- Un tentativo di indottrinamento delle nuove generazioni.
- Una violazione dei diritti culturali del popolo saharawi.
- Una legittimazione implicita della sovranità marocchina da parte della Spagna.
Una soluzione politica sempre più lontana:
La combinazione di pressione militare, ricatto migratorio e soft power educativo sta portando a uno stallo diplomatico pericoloso. Mentre il diritto internazionale continua a riconoscere il diritto del popolo saharawi all'indipendenza, la realtà sul campo viene alterata da politiche coloniali di insediamento e sfruttamento.
L'atteggiamento della Spagna, divisa tra la responsabilità storica come potenza amministratrice de jure e la necessità di mantenere stabili i rapporti con il potente vicino marocchino, rimane il nodo centrale di una crisi che minaccia la stabilità del Maghreb e del Mediterraneo.
Fonte:https://porunsaharalibre.org/
