Barcellona (Spagna), 15 dicembre 2025 – In una giornata significativa per la difesa dei diritti fondamentali, la comunità saharawi residente in Catalogna, affiancata dalla rappresentanza del Fronte Polisario, ha organizzato sabato 13 dicembre una vibrante manifestazione di fronte alla sede della Commissione Europea a Barcellona. L'obiettivo primario era denunciare le gravi e persistenti violazioni dei diritti umani perpetrate dallo Stato occupante marocchino ai danni della popolazione saharawi indifesa nei territori occupati del Sahara occidentale.
Il contesto: Diritti umani e diritto all'autodeterminazione:
La protesta è stata strategicamente programmata per coincidere con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani e il 62° anniversario della Risoluzione 1514 (XV) dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa storica risoluzione riafferma inequivocabilmente il diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione e all'indipendenza, ponendo le basi per le richieste fondamentali espresse dai manifestanti.
Richieste chiave alla comunità internazionale:
I partecipanti, che hanno sventolato la bandiera nazionale saharawi ed esposto fotografie toccanti di prigionieri politici detenuti nelle carceri marocchine, hanno articolato una serie di richieste urgenti e specifiche rivolte alla comunità internazionale e, in particolare, alle istituzioni europee:
- Cessazione Immediata delle Violazioni: Fine immediata delle violazioni dei diritti umani nei territori occupati.
- Meccanismo ONU per la Sorveglianza: Istituzione di un meccanismo delle Nazioni Unite specifico per il monitoraggio e la protezione dei diritti umani nel Sahara occidentale.
- Rilascio dei Prigionieri Politici: Liberazione immediata di tutti i prigionieri politici saharawi ingiustamente detenuti.
- Rispetto del Diritto alla Decolonizzazione: Pieno rispetto del diritto inalienabile del popolo saharawi all'autodeterminazione, all'indipendenza e all'attuazione della Risoluzione 1514 e delle successive risoluzioni ONU.
La condanna del ruolo dell'unione europea:
Un punto centrale della protesta ha riguardato la condanna del ruolo dell'Unione Europea, e in particolare della Commissione Europea, accusata di complicità indiretta nelle violazioni. I manifestanti hanno denunciato il continuo coinvolgimento dell'UE nel saccheggio delle risorse naturali saharawi attraverso la stipula di accordi con l'occupante marocchino. Questa pratica è stata definita un'evidente violazione delle sentenze emesse dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) in data 4 ottobre 2024, che hanno chiaramente escluso il Sahara occidentale dagli accordi commerciali UE-Marocco.
Appello alla Spagna: La potenza amministratrice storica
La manifestazione si è conclusa con la lettura di una dichiarazione che ha richiamato la Spagna alle sue responsabilità storiche. In quanto ex potenza amministratrice del Sahara occidentale, la Spagna è stata ritenuta responsabile del completamento del processo di decolonizzazione, in conformità con il diritto internazionale, il diritto europeo e la sentenza della Corte Suprema spagnola del giugno 2014.
L'evento ha sottolineato con forza la determinazione del popolo saharawi a perseguire i propri diritti fondamentali e ha lanciato un appello per l'adempimento dell'impegno internazionale volto a concludere il processo di decolonizzazione dell'ultima colonia africana.
