Campi profughi saharawi, 22 dicembre 2025 – In un momento significativo per la documentazione storica del Sahara Occidentale, l'Università di Tifariti, in collaborazione con l'Istituto HEGOA (Istituto di studi sullo sviluppo e la cooperazione internazionale), ha presentato sabato 20 dicembre, in modalità videoconferenza, la traduzione in lingua araba del volume “Oasi della memoria”.
L'evento ha visto l'intervento dell'autore, il ricercatore Carlos Martín Beristain, affiancato da un prestigioso panel di accademici internazionali, esperti saharawi e attivisti per i diritti umani provenienti dai territori occupati.
Un archivio di verità contro l'oblio:
Il libro rappresenta una delle analisi più rigorose e sistematiche sulle violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale a partire dal 1975. Il lavoro di Beristain si fonda su un corpus di:
- 261 testimonianze dirette raccolte tra le vittime e i loro familiari.
- Analisi multidimensionale: lo studio esplora l'impatto dei traumi su individui e nuclei familiari, con un focus specifico sulla condizione delle donne saharawi.
- Resistenza e Giustizia: l'opera documenta le forme di resilienza della popolazione e le istanze per la verità, la riparazione e l'accertamento delle responsabilità istituzionali.
Il valore accademico e la lotta legale:
Durante il dibattito seguito alla presentazione, i partecipanti hanno lodato all'unanimità l'alto profilo scientifico dell'opera, definendola un punto di riferimento imprescindibile per la storiografia e la giurisprudenza legata al conflitto.
I relatori hanno sottolineato l'urgenza di:
- Divulgazione globale: Promuovere il contenuto del libro attraverso workshop e seminari internazionali per rompere il silenzio sulle violazioni subite dal popolo saharawi.
- Azione legale: Utilizzare i dati e le prove raccolte nel volume per sostenere denunce e procedimenti presso le corti internazionali, con l'obiettivo di porre fine all'impunità per i crimini commessi sotto l'occupazione.
La pubblicazione in arabo segna un passo fondamentale per restituire questa memoria direttamente alla popolazione coinvolta, trasformando una ricerca accademica in uno strumento attivo di rivendicazione e diritto.
