Ginevra, 11 agosto 2025 – Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura (CAT) ha rinnovato il suo appello al governo marocchino, chiedendo un'indagine imparziale e un risarcimento equo per il prigioniero politico saharawi Naama Asfari, accusato di aver subito torture. La richiesta fa seguito alla continua mancata applicazione da parte del Marocco delle precedenti raccomandazioni del Comitato.
Richieste del Comitato ONU e la mancata attuazione del Marocco:
Il caso di Naama Asfari, un noto attivista saharawi per i diritti umani, ha attirato l'attenzione internazionale a causa delle persistenti accuse di tortura e detenzione ingiusta. Nel 2016, a seguito dell'esame del caso, il Comitato aveva già constatato la violazione da parte del Marocco di diversi articoli della Convenzione contro la tortura e aveva emesso una serie di raccomandazioni specifiche:
- Risarcimento e riabilitazione: Garantire ad Asfari un risarcimento adeguato e i mezzi per una piena riabilitazione.
- Indagine approfondita: Avviare un'indagine imparziale, in linea con il Protocollo di Istanbul, per perseguire i responsabili dei maltrattamenti subiti.
- Protezione dalle ritorsioni: Astenersi da qualsiasi forma di pressione, intimidazione o ritorsione contro Asfari e la sua famiglia, inclusa la sua consorte a cui è stato negato l'ingresso in Marocco.
- Diritti del detenuto: Permettere le visite familiari in carcere, rispettando le Regole di Nelson Mandela che regolano il trattamento dei detenuti.
Nonostante queste richieste, l'ultimo rapporto del CAT evidenzia che il Marocco non ha ancora attuato le decisioni del Comitato. Il Marocco ha ribadito la sua posizione, sostenendo che Asfari gode di tutti i diritti previsti dalla legge e negando qualsiasi forma di intimidazione. Tuttavia, le denunce di Asfari di molestie in carcere e la conferma delle pesanti condanne nei suoi confronti e in quelli di altri attivisti (fino all'ergastolo) contraddicono la posizione ufficiale marocchina.
Prossimi passi e monitoraggio continuo:
Il Comitato ha concesso al Marocco 180 giorni per riferire sulle misure adottate, avvertendo che la mancata cooperazione costituirebbe una violazione della Convenzione. Di fronte al persistente inadempimento, il CAT ha deciso di proseguire il dialogo di monitoraggio e valutare l'adozione di ulteriori misure nei confronti del governo marocchino. Questo sottolinea le continue preoccupazioni della comunità internazionale riguardo alle violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale, un'area sotto il controllo del Marocco.
