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Il popolo Saharawi riafferma il suo diritto all'autodeterminazione e denuncia le violazioni del Marocco



Algeri, 6 agosto 2025 - In una conferenza tenutasi martedì' 5 agosto ad Algeri, l'ambasciatore della Repubblica Saharawi in Algeria, Khatri Addouh, ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile: il popolo saharawi non rinuncerà mai al suo diritto inalienabile e non negoziabile all'autodeterminazione. L'evento, organizzato in concomitanza con la 13a edizione dell'Università estiva per i dirigenti del Fronte Polisario, ha rappresentato un'occasione per fare il punto sugli ultimi sviluppi della questione saharawi, con un focus particolare sulle violazioni dei diritti umani e il saccheggio delle risorse naturali.

L'appello all'autodeterminazione:

Durante il suo intervento, l'ambasciatore Addouh ha definito "futili" i tentativi del Marocco di oscurare il legittimo diritto del popolo saharawi. Ha sottolineato che la lotta per l'indipendenza continuerà senza sosta e ha ribadito la necessità di decolonizzare il Sahara Occidentale, l'ultima colonia rimasta in Africa. "L'unica soluzione", ha insistito, "è permettere al popolo saharawi di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione". Addouh ha inoltre messo in guardia sulle ambizioni espansionistiche del regime marocchino, definendole una minaccia per la sicurezza e la stabilità dell'intera regione.


Le violazioni dei diritti umani e il saccheggio delle risorse:

Diversi altri oratori hanno fornito testimonianze e analisi dettagliate della situazione. Hassan Milid Ali, coordinatore della Commissione nazionale per i diritti umani saharawi in Europa, ha descritto la situazione dei diritti umani nei territori occupati come "disastrosa". Ha puntato il dito contro il saccheggio sistematico delle risorse saharawi da parte del Marocco, una palese violazione delle sentenze dei tribunali e delle risoluzioni internazionali. Ali ha sottolineato che qualsiasi sfruttamento di queste risorse senza il consenso esplicito del popolo saharawi costituisce una violazione del diritto internazionale e ha chiesto che le aziende complici siano ritenute responsabili.

Anche M'barek Sid Ahmed Mamin, responsabile per le città occupate presso l'Unione dei lavoratori saharawi, ha denunciato le gravi violazioni commesse dal Marocco, tra cui l'uso di droni e una brutale repressione. Ha affermato che il Marocco sta "oltrepassando tutte le linee rosse" commettendo crimini contro l'umanità, come confermato da diversi rapporti di organizzazioni internazionali.

Infine, l'attivista El Malouma Abdallah ha fornito una toccante testimonianza delle violazioni subite da lei e altri giovani saharawi nelle carceri marocchine, riaffermando che "nulla spezzerà la determinazione del popolo saharawi a raggiungere l'indipendenza".

Queste testimonianze e dichiarazioni collettive evidenziano la ferma risolutezza del popolo saharawi nel portare avanti la propria battaglia per l'indipendenza e nel denunciare le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale perpetrate dal Marocco nei territori occupati.

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