Sahara occidentale, 16 luglio 2025 – Il Western Sahara Resource Watch (WSRW) ha sollevato forti critiche contro la decisione del Marocco di costruire un nuovo centro dati nella città occupata di Dakhla, nel Sahara Occidentale, definendola una grave violazione del diritto internazionale e un attacco diretto al diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi.
In una dichiarazione ufficiale, Sara Eyckmans, rappresentante del WSRW, ha affermato:
“Creare un centro dati di queste dimensioni in un territorio occupato senza il consenso del popolo saharawi equivale a un'usurpazione del territorio, mascherata da progresso tecnologico.”
Mentre il Marocco continua a promuovere la sua “sovranità digitale”, il WSRW sottolinea l’ipocrisia di questa narrazione, evidenziando come Rabat stia in realtà calpestando la sovranità del popolo saharawi.
“Nessun pannello solare o marchio ecologico può nascondere la realtà: questo progetto è stato sviluppato su un territorio occupato militarmente”, ha aggiunto Eyckmans.
Secondo il WSRW, il centro dati rientra in una strategia più ampia del Regno marocchino volta ad attrarre colossi tecnologici internazionali offrendo incentivi fiscali e agevolazioni, ma lo fa su una terra la cui sovranità è ancora oggetto di disputa internazionale.
“Dietro la facciata patinata dell'energia verde e del progresso digitale, si nasconde una sconcertante verità: il centro dati è stato progettato su un territorio occupato senza il consenso del popolo saharawi”, ha dichiarato l’organizzazione.
Il WSRW ha inoltre ricordato che il Sahara Occidentale è riconosciuto dalle Nazioni Unite come territorio non autonomo, e che la pretesa sovranità del Marocco è stata smentita dalla Corte internazionale di giustizia e da diverse sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
La costruzione del data center a Dakhla – secondo la ONG – rischia di consolidare l’occupazione marocchina attraverso infrastrutture strategiche come strade, reti elettriche e fibra ottica, alterando irreversibilmente il paesaggio e la struttura socio-politica della regione.
“La portata del progetto solleva serie preoccupazioni. I data center richiedono ampi spazi e infrastrutture complesse, che potrebbero rafforzare la presenza coloniale sul territorio saharawi”, ha affermato WSRW.
L’organizzazione ha infine lanciato un appello a governi, aziende e investitori affinché evitino ogni coinvolgimento in progetti situati nei territori occupati, in assenza del consenso del popolo saharawi.
“La giurisprudenza internazionale è chiara: le attività economiche nel Sahara Occidentale richiedono il consenso del suo popolo. L’innovazione non può e non deve essere usata come strumento di ingiustizia e colonizzazione”, ha concluso il WSRW.
