Londra, 9 luglio 2025 – I portali informativi Adala UK e The Panafrikanist hanno pubblicato un dettagliato intervento dell’Ambasciatore Saharawi Malainin Lakhal, in risposta a un controverso editoriale di Robert Clark apparso la scorsa settimana sul quotidiano britannico The Telegraph. Nell'articolo, Clark ha etichettato il Fronte Polisario come un’organizzazione terroristica, collegandolo perfino all’Iran e ad Hezbollah. La replica dell’Ambasciatore Lakhal smentisce punto per punto tali affermazioni, definendole "una campagna di disinformazione orchestrata e politicamente motivata."
Con toni fermi ma argomentazioni approfondite, l’Ambasciatore saharawi denuncia un evidente tentativo di propaganda da parte delle lobby filo-marocchine, che mirano a delegittimare il Fronte Polisario e a offuscare la realtà dell’occupazione illegale del Sahara Occidentale da parte del Marocco.
Il Fronte Polisario è un legittimo movimento di liberazione nazionale:
Lakhal ricorda che il Fronte Polisario, fondato nel 1973, è internazionalmente riconosciuto come legittimo rappresentante del popolo saharawi. Le Nazioni Unite ne hanno sancito lo status in numerose risoluzioni, così come l’Unione Africana, che ha accolto nel 1984 la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) come Stato membro a pieno titolo. Le accuse di terrorismo, afferma il diplomatico, non trovano alcun riscontro in fonti internazionali credibili, e sono invece un copia-incolla della propaganda marocchina.
“Se il Polisario fosse un gruppo terroristico – si chiede provocatoriamente Lakhal – perché le Nazioni Unite e governi come quelli di Stati Uniti e Regno Unito avrebbero mantenuto per decenni rapporti diplomatici e negoziali con i suoi rappresentanti?”
Il Sahara Occidentale: un territorio colonizzato, non marocchino
Lakhal prosegue confutando la narrativa secondo cui il Sahara Occidentale sarebbe parte integrante del Marocco. Citando il parere della Corte Internazionale di Giustizia del 1975, il diplomatico evidenzia come “non esista alcun legame sovrano o giuridico tra il Marocco e il Sahara Occidentale”. La stessa ONU, d’altronde, continua a inserire il territorio nella lista dei Paesi da decolonizzare e non ha mai riconosciuto la sovranità marocchina sulla regione.
La presenza del Marocco viene descritta come un’occupazione militare illegale, e il Fronte Polisario come il movimento che, nel rispetto del diritto internazionale, guida la resistenza del popolo saharawi.
Falsità sui presunti legami con Iran e Hezbollah:
Il cuore dell’attacco di Clark al Polisario è il presunto legame con l’Iran e Hezbollah, insinuazioni che Lakhal definisce "del tutto infondate e prive di qualsiasi prova". Nessuna agenzia di intelligence o organismo internazionale ha mai documentato o anche solo ipotizzato un coordinamento operativo tra il Polisario e l’Iran.
Lakhal sottolinea l’assurdità logica della tesi di Clark, che accusa contemporaneamente il Polisario di essere "marxista" e sostenuto da un regime teocratico e conservatore come quello iraniano. “Una contraddizione palese – afferma Lakhal – che rivela la natura propagandistica e incoerente dell’articolo.”
Il cessate il fuoco e lo status di potenza occupante del Marocco:
L’Ambasciatore chiarisce anche la questione del cessate il fuoco del 1991 e del ruolo del Marocco. Contrariamente a quanto sostenuto da Clark, il Regno non ha mai avuto alcun riconoscimento internazionale come potenza amministratrice del Sahara Occidentale. Anzi, nel 2002, il Consigliere Legale dell’ONU Hans Corell ha ribadito l’assenza di qualsiasi trasferimento legittimo di sovranità dalla Spagna al Marocco.
Lakhal accusa il Marocco di aver violato il cessate il fuoco nel novembre 2020 con un'operazione militare a Guerguerat, riaccendendo il conflitto e aggravando l’instabilità nella regione.
Il piano di autonomia marocchino è una falsa soluzione:
Un altro punto centrale della replica riguarda il cosiddetto “piano di autonomia” proposto dal Marocco, che Lakhal definisce un “tentativo coloniale di mascherare l’occupazione militare con una soluzione cosmetica”. Nessuna istituzione internazionale, ricorda il diplomatico, ha mai approvato questo piano come unica via d’uscita, e le Nazioni Unite continuano a sostenere una soluzione che garantisca al popolo saharawi il diritto all’autodeterminazione, inclusa l’opzione dell’indipendenza.
Un appello alla responsabilità e alla verità:
In chiusura, l’Ambasciatore Lakhal lancia un appello al Regno Unito e alla comunità internazionale affinché si schierino dalla parte della legalità internazionale, e non della propaganda. “Chiedere la messa al bando del Fronte Polisario – ammonisce – significa negare i principi della Carta delle Nazioni Unite e tradire l’impegno a favore della decolonizzazione.”
Lakhal invita Londra a sostenere con coerenza il processo di pace guidato dall’ONU, a condannare le violazioni dei diritti umani nei territori occupati e a respingere senza ambiguità la falsa narrazione che cerca di criminalizzare la lotta del popolo saharawi.
