Berlino, 9 luglio 2025 – Le aziende europee che operano nel Sahara Occidentale occupato, stipulando accordi commerciali con il Marocco, non solo ignorano la realtà coloniale del territorio ma contribuiscono attivamente a perpetuare l'occupazione. Questa è la denuncia della scrittrice tedesca e ricercatrice di studi internazionali Ramona Schnall, secondo un articolo pubblicato su "Treffpunkt", una piattaforma affiliata alla Federazione dei Giovani Federalisti Europei.
Un Sacco di Risorse Naturali Sotto Occupazione:
Il Sahara Occidentale è una regione strategicamente importante, ricca di risorse naturali che generano ingenti profitti per le multinazionali. Come spiegato da Schnall, tra queste risorse spiccano la pesca e i fosfati, questi ultimi di particolare interesse per l'Unione Europea in quanto costituiscono la base per i fertilizzanti moderni essenziali per l'agricoltura del continente.
Oltre a queste risorse tradizionali, nel contesto della crisi climatica e dell'urgente necessità di una transizione energetica, il Sahara Occidentale offre condizioni ideali per lo sviluppo di energie rinnovabili come l'energia solare ed eolica, nonché per progetti legati all'idrogeno verde. Le aziende europee vedono in queste opportunità una soluzione alla transizione energetica, investendo miliardi di dollari in progetti eolici e sull'idrogeno, spesso ignorando deliberatamente lo status del territorio sotto occupazione marocchina da decenni.
La Complicità Economica e la Perpetuazione dell'Occupazione:
Schnall sottolinea che, impegnandosi in questa corsa alle risorse, le aziende europee "non solo ignorano la realtà coloniale, ma la perpetuano attivamente". Il Marocco, infatti, non sarebbe in grado di trasformare il Sahara Occidentale in un "paradiso di risorse rinnovabili" senza un sostegno politico e finanziario significativo, che cerca di ottenere dai paesi facendo pressione per il riconoscimento della sua presunta "sovranità" sul territorio in cambio di privilegi economici.
Violazioni del Diritto Internazionale e dei Diritti Umani:
La ricercatrice tedesca avverte che chiunque sostenga l'occupazione marocchina del Sahara Occidentale viola le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia (1979) e della Corte di Giustizia Europea. Quest'ultima, nell'ottobre scorso, ha riaffermato inequivocabilmente il diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi, sottolineando che sono gli unici proprietari sovrani delle proprie risorse. Questo vanifica di fatto tutti gli accordi commerciali illegali tra l'UE e il Marocco che riguardano le ricchezze del Sahara Occidentale.
A peggiorare il quadro, Schnall ha anche evidenziato le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal Marocco nel Sahara Occidentale, ampiamente documentate da organizzazioni internazionali come Amnesty International. Si registrano casi di tortura, sparizioni forzate e una repressione costante contro gli attivisti saharawi. Il regime marocchino, prosegue Schnall, reprime ogni forma di protesta contro la realtà coloniale e rifiuta qualsiasi rapporto o ricerca accademica che denunci le violazioni dei diritti umani nei territori occupati.
In conclusione, l'articolo di Schnall evidenzia che, consentendo e beneficiando dello sfruttamento delle risorse saharawi da parte del Marocco, le aziende europee non sono semplici beneficiari passivi, ma diventano partecipanti attivi nel mantenimento di un'occupazione illegale, violando palesemente il diritto internazionale e il fondamentale diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi.
