Sahara occidentale, 20 gennaio 2025 - Il Marocco continua a isolarsi a causa delle sue politiche imperialiste e colonialiste, in particolare per l'occupazione illegale del Sahara Occidentale. Da oltre quattro decenni, il regno sfrutta e saccheggia irrazionalmente le risorse naturali di questo territorio non autonomo, incluso nella lista del Comitato Speciale sulla Decolonizzazione delle Nazioni Unite, in attesa di decolonizzazione. Questa condotta ha suscitato forti reazioni a livello internazionale, in particolare nel settore agricolo europeo.
Il Coordinamento delle Organizzazioni degli Agricoltori e dei Produttori (COAG) spagnolo e il sindacato francese Confédération Paysanne hanno espresso apertamente la loro opposizione alle pratiche marocchine e all'inerzia delle istituzioni europee di fronte al conseguente crollo dei prezzi dei loro prodotti. Queste organizzazioni, insieme al Fronte Polisario e alla ONG Mundubat, si sono unite per denunciare lo sfruttamento del Sahara Occidentale da parte del Marocco e le sue ripercussioni sul mercato europeo, come riportato dal quotidiano digitale EL DEBATE.
I produttori di Spagna e Francia si trovano al limite a causa delle "massicce" importazioni di frutta e verdura provenienti dal Marocco. In questo contesto, una recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha rappresentato una significativa vittoria per il Fronte Polisario, che negli ultimi anni ha intrapreso una battaglia legale contro il Marocco e i paesi complici del saccheggio delle risorse sahrawi.
Manuel Devers, avvocato del Fronte Polisario, ha dichiarato con forza: “I prodotti raccolti nel Sahara Occidentale non sono marocchini. Il Marocco sta infrangendo la legge e la Commissione europea non sta facendo nulla”.
Esperti e avvocati spagnoli sottolineano che la sentenza della CGUE stabilisce chiaramente che i prodotti agricoli o commerciali provenienti dal Sahara Occidentale devono essere etichettati come tali e non come prodotti di origine marocchina. La decisione, inoltre, sancisce una netta distinzione tra la popolazione del Sahara Occidentale e il popolo marocchino.
Gli agricoltori europei denunciano una concorrenza sleale dovuta alle importazioni dal Marocco, i cui standard, in termini di aspetti fitosanitari, condizioni di lavoro e sostenibilità dei metodi di produzione, sono considerati "molto lontani" da quelli richiesti nell'UE.
COAG e Confédération Paysanne chiedono ora il pieno rispetto della sentenza della CGUE che annulla gli accordi agricoli e di pesca firmati nel 2019 tra l'UE e il Marocco. Jean Thévenot, agricoltore e membro della Confédération Paysanne, ha ribadito la ferma opposizione del suo sindacato a qualsiasi accordo commerciale con paesi terzi che non rispettino i diritti e la sovranità alimentare: “Difendiamo la sovranità alimentare affinché ogni popolo possa gestire il proprio cibo rispettando i propri diritti. In Marocco lavoriamo su terreni occupati e in condizioni impensabili in Europa, il che ci permette di produrre a prezzi molto bassi”. Anche COAG condivide questa posizione, sottolineando come tali accordi non vadano mai a beneficio dei piccoli produttori, dei consumatori o della destinazione.
Il Fronte Polisario e il popolo Saharawi celebrano quindi questa importante vittoria legale, rappresentata dalla sentenza della CGUE del 4 ottobre 2024 che dichiara la nullità degli accordi di partenariato commerciale e di pesca tra l'Unione Europea e il Marocco.