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Violento attacco a difensori dei diritti umani saharawi: Un atto di repressione e razzismo


Sahara occidentale, 17 gennaio 2025 - Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 2025, intorno all'una del mattino, pattuglie della polizia delle forze di occupazione marocchine hanno brutalmente aggredito e arrestato due difensori dei diritti umani e blogger saharawi, Hassan Lazrouali e Saleh Dulaimi, nella città occupata di Dakhla. L'incidente è caratterizzato da violenza fisica e verbale, pratiche razziste e una chiara violazione dei diritti umani.

Secondo la testimonianza di Hassan Zerouali, membro del Comitato Amministrativo e funzionario della sezione locale di Dakhla dell'Associazione dei Difensori dei Diritti Umani Saharawi nel Sahara Occidentale (CODESA), lui e il suo collega Saleh Dulaimi, anch'egli membro della stessa organizzazione, sono stati improvvisamente presi di mira mentre camminavano per la strada principale.

Le forze di occupazione li hanno arrestati con la forza e condotti in un'auto della polizia, dove sono stati immediatamente sottoposti a violenza fisica e verbale, accompagnata da insulti razzisti mirati alla loro identità sahrawi. Una volta giunti alla stazione di polizia della città occupata di Dakhla, le violenze e gli insulti sono continuati, causando lesioni a entrambi: Hassan Zerouali ha riportato una ferita all'occhio sinistro (come documentato da una foto), mentre Saleh Dulaimi ha subito lesioni all'apparato riproduttivo.

Saleh Dulaimi ha confermato la stessa dinamica degli eventi, descrivendo il loro rapimento e il violento pestaggio subito sia all'interno dell'auto della polizia che presso la stazione, ad opera di un gruppo di agenti delle forze di occupazione marocchine. Entrambi sono stati rilasciati intorno alle cinque del mattino dello stesso giorno dell'arresto.

I due difensori sahrawi sono stati detenuti illegalmente per circa quattro ore, durante le quali sono stati sottoposti a continue violenze fisiche e verbali, oltre a pratiche umilianti e degradanti che violano la dignità umana. I loro telefoni cellulari sono stati confiscati per diverse ore senza alcuna spiegazione o giustificazione da parte della polizia marocchina, che ha inoltre violato la loro privacy effettuando perquisizioni sui dispositivi in loro assenza e senza un mandato scritto che lo autorizzasse. Questo atto suggerisce un tentativo di raccogliere dati e contatti dai loro telefoni.

A seguito delle violenze subite, il 16 gennaio 2025, i dipartimenti amministrativi dell'ospedale locale di Dakhla si sono rifiutati di rilasciare certificati medici ai due attivisti, nonostante questi avessero richiesto cure ed esami medici per documentare le lesioni riportate il giorno precedente.

Questo grave episodio rappresenta un ulteriore esempio della repressione e delle violazioni dei diritti umani perpetrate contro i saharawi nei territori occupati. L'uso della violenza fisica, degli insulti razzisti e la negazione di cure mediche costituiscono una chiara violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali.

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