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Giuristi internazionali nei campi profughi Sahrawi: Un incontro storico per il diritto all'autodeterminazione



Campi profughi saharawi, 4 gennaio 2025 - Un evento senza precedenti si è svolto il 5 e 6 dicembre nei campi profughi sahrawi di Tindouf e nella Wilaya di Auserd, in Algeria: il primo incontro internazionale di giuristi dedicato allo “Status giuridico del Sahara Occidentale e la questione delle risorse naturali”. L'iniziativa, promossa dalle associazioni spagnole di magistrati e procuratori Giudici per la Democrazia e Unione Progressista dei Procuratori, insieme alle associazioni sahrawi CONOSADH (Commissione Nazionale Saharawi per i Diritti Umani), Unione dei Giuristi Saharawi, AFAPREDESA (Associazione dei Parenti dei Prigionieri e delle Persone Scomparse) e l'Istituto Internazionale IRIWS, ha segnato un momento cruciale nella lotta per il riconoscimento dei diritti del popolo sahrawi.

L'incontro si è concentrato sull'analisi approfondita della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 4 ottobre 2024, che ha ribadito la separazione del territorio del Sahara Occidentale dal Marocco, confermandolo come territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione – l'ultima colonia in Africa – e sancendo l'appartenenza esclusiva delle sue risorse naturali al popolo sahrawi, rappresentato dal Fronte Polisario.

Preceduto da un incontro tra quasi cinquanta giudici e pubblici ministeri, l'evento ha offerto ai partecipanti un'immersione nella realtà dei campi profughi, dove il popolo sahrawi vive in esilio da cinquant'anni. A tal fine, la commissione organizzatrice ha previsto diverse visite alle istituzioni della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), che amministra i campi.

La delegazione ha visitato Rabuni, sede del Parlamento o Consiglio Nazionale, fondato il 28 novembre 1975, organo legislativo che controlla l'azione del Governo Nazionale. Il Presidente Hamma Salama ha accolto la delegazione spagnola, illustrando il funzionamento dell'assemblea, composta da 53 membri eletti a suffragio universale.

Le visite successive hanno permesso di comprendere l'organizzazione e la resilienza del popolo sahrawi, che, nonostante la scarsità di risorse e la negazione dei propri diritti, continua a lottare per il ritorno alla propria terra.

Il Museo dell'Esercito Popolare di Liberazione ha offerto una testimonianza toccante della lotta per l'indipendenza, attraverso un imponente murale che ripercorre le tappe della decolonizzazione, dalla lotta contro la Spagna alla resistenza contro Mauritania e Marocco. Il murale rende omaggio ai martiri della causa sahrawi, tra cui Mohamed Sidi Brahim Basir, leader nazionalista scomparso dopo il massacro di Zemla, e El Uali Mustafa Sayed, fondatore del Fronte Polisario e della Repubblica Araba Democratica Saharawi. Il museo espone anche armi e carri armati utilizzati durante il conflitto.

Le visite alla Scuola per infermieri, fondata nel 1992 con il sostegno della ONG “Enfants Refugiés du Monde Pays de la Loire”, e alla Scuola di Formazione Audiovisiva, inaugurata nel 2011 con il supporto di registi spagnoli, hanno evidenziato l'impegno per la formazione professionale dei giovani sahrawi. La Scuola per infermieri, unica nel suo genere nei campi profughi, offre corsi gratuiti in diverse specializzazioni infermieristiche. La Scuola di Formazione Audiovisiva ha formato la prima generazione di registi sahrawi, che documentano la loro realtà e le sfide della loro comunità.

La delegazione ha visitato anche la stazione radiotelevisiva sahrawi “RASD TV”, che, nonostante le limitate risorse, trasmette quotidianamente raggiungendo i campi, i territori occupati del Sahara Occidentale e, grazie alla copertura satellitare, diverse aree di Africa, Europa, America e Medio Oriente.

Particolarmente toccante è stata la visita all'Associazione “AFAPREDESA”, nata per dare voce alle famiglie dei prigionieri e delle persone scomparse. L'associazione documenta le violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale, chiede la rimozione delle mine antiuomo e fornisce sostegno alle famiglie delle vittime degli attacchi di droni marocchini. AFAPREDESA ha registrato oltre 4.500 casi di sparizioni forzate, una delle percentuali più alte a livello mondiale. Un'esposizione all'ingresso dell'associazione mostra la riproduzione di parte dell'ordinanza del giudice Pablo Ruz che definisce "genocidio" gli attacchi militari marocchini contro la popolazione civile sahrawi.

Ulteriori visite sono state effettuate al “Centro di Educazione Speciale Auserd” per persone con disabilità, all'Ospedale Bachir Saleh, sede del “Centro Oftalmologico” che realizza il progetto “Occhi del Sahara”, e all'ufficio di coordinamento delle attività di lotta contro le mine, “SMACO”, che ha registrato oltre 149 vittime civili di attacchi di droni marocchini. Sono stati visitati anche un allevamento ittico, serre e orti agroecologici, e la “Scuola di Cucina” creata da Banani Salamtu per formare giovani sahrawi nell'arte culinaria.

L’incontro Internazionale dei Giuristi” ha visto la partecipazione di esperti di diritto internazionale, con interventi, tra gli altri, del Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel, del Governatore Jila Bulahi e del Ministro della Giustizia Mohamed Embarek. Le presentazioni hanno affrontato temi cruciali come lo status del Sahara Occidentale nel diritto internazionale, la decolonizzazione, lo sfruttamento delle risorse naturali, i rischi del cambiamento climatico e la tutela dei diritti umani.

Le conclusioni dell'incontro hanno ribadito l'annullamento degli accordi tra UE e Marocco relativi allo sfruttamento delle risorse naturali del Sahara Occidentale, la necessità del consenso del Fronte Polisario per qualsiasi nuovo accordo, e la responsabilità della Spagna come potenza amministrativa per la gestione dello spazio aereo e marittimo.

In conclusione, il Presidente della RASD, Brahim Ghali, ha ricevuto i partecipanti, sottolineando l'importanza storica del momento e la validità della sentenza della CGUE. Ha ringraziato la giustizia europea per la sua indipendenza e ha ribadito la determinazione del popolo sahrawi a raggiungere l'autodeterminazione.

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