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Compagnie israeliane cercano oro nel Sahara Occidentale occupato tra speculazioni e saccheggio


Sahara occidentale, 11 ottobre 2024 - Le attività di sfruttamento delle risorse nel Sahara Occidentale occupato continuano ad attirare l'attenzione internazionale, in particolare con la recente scoperta di giacimenti auriferi nella regione. L'amministrazione marocchina, in linea con la sua politica di saccheggio delle risorse naturali sahrawi, ha lanciato una campagna di studi geologici tra il 2002 e il 2006 per esplorare le ricchezze minerarie nelle zone centro-meridionali e orientali del Sahara Occidentale.

Questi studi hanno rivelato l'esistenza di significative riserve d'oro in diverse località. Tra i siti più rilevanti figurano Graret Lafuila, con una concentrazione di oro di 103 grammi per tonnellata di roccia, Zamlat al-Shinah (6,3 g/t) e Imtalan (8,4 g/t). Anche Gleibat Al-Fula e Bulautad hanno dimostrato potenziale, con percentuali d'oro che arrivano fino a 36 grammi per tonnellata. Inoltre, in tutti questi siti l'oro è accompagnato da altri minerali di grande valore economico.

Negli ultimi anni, varie operazioni di prospezione dell'oro, condotte in modo spesso informale e non regolamentato, hanno evidenziato promettenti indizi anche in miniere come Imtalan, Al-Tawama e Gleibat Al-Fula, confermando l'alto potenziale minerario della regione.

Tra le società internazionali coinvolte, la canadese Metalex Ventures Ltd., quotata in borsa, aveva già annunciato la scoperta di segnali di presenza di oro in 28 punti nella regione di Tichla e in dieci nella regione di Auserd, entrambe situate nel sud del Sahara Occidentale. Queste attività, tuttavia, non sono isolate: recentemente, forze di occupazione marocchine sono state avvistate presidiare questi giacimenti, dopo aver cacciato i cercatori sahrawi dalle aree di Imatlan (vicino a Tichla) e Takba (a nord-ovest di Bir Ganduz).

Nonostante la riservatezza ufficiale, informazioni dai territori occupati confermano che una società straniera ha avviato operazioni di prospezione dell'oro nella regione di Tichla. Tuttavia, l’identità della compagnia coinvolta non è stata rivelata, e i veicoli utilizzati sul campo non riportano alcun logo identificativo. Fonti interne riferiscono che l’azienda in questione proviene dal Mali, dove svolge attività simili.

Dopo ulteriori indagini sui registri ufficiali del governo marocchino, è emerso che l’azienda attualmente impegnata nella prospezione dell'oro nella regione è di origine israeliana, sebbene il Ministero del Tesoro marocchino abbia deliberatamente omesso di rivelarne il nome, alimentando speculazioni e dubbi sulla trasparenza dell'operazione.

Questi sviluppi sollevano nuove preoccupazioni sulle implicazioni del saccheggio delle risorse sahrawi, non solo per la popolazione locale, ma anche in termini di violazioni del diritto internazionale e di sfruttamento economico senza alcun beneficio per il popolo sahrawi, a cui queste risorse appartengono di diritto.

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