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La giustizia riconosce Mohamed Dihani: una vittoria per i diritti umani in Sahara Occidentale


COMUNICATO STAMPA

Roma, 17 settembre 2024 - La Rete Saharawi Italiana esprime soddisfazione per l'esito della richiesta di protezione internazionale presentata dal cittadino saharawi Mohamed Dihani, difensore dei diritti umani e attivista per l’autodeterminazione del popolo saharawi. La sentenza evidenzia le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime marocchino contro i saharawi che vivono sotto l’occupazione del Marocco.

Mohamed Dihani è stato vittima di gravi abusi, tra cui detenzione arbitraria, torture, molestie legali e sorveglianza da parte delle autorità marocchine a causa del suo attivismo, che ha sempre esercitato in modo pacifico. Recentemente, il Tribunale di Roma ha riconosciuto il suo diritto di accedere al territorio italiano per presentare domanda di protezione internazionale, ordinando il rilascio di un visto d’ingresso, come evidenziato anche dai comunicati di Amnesty International.

Tuttavia, questo legittimo processo è stato oggetto di critiche da parte di Khalid Chaouki, ex deputato del Parlamento italiano e rappresentante del Centro Islamico Culturale d’Italia, il quale ha lanciato un appello ai cittadini marocchini in Italia ed Europa, definendo il caso Dihani come una "propaganda gratuita e insensata contro il Marocco". In tal modo, Chaouki ha incoraggiato la diaspora marocchina a reagire contro queste accuse, alimentando una pericolosa tensione.

La Rete Saharawi Italiana denuncia:

1. Ingerenza pretestuosa: Condanniamo l'interferenza di Khalid Chaouki, che rappresenta un grave pericolo per il processo di pace e il riconoscimento dell’indipendenza del Sahara Occidentale, come previsto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (1514/64, 690/91).

2. Aumento della violenza: Si rileva una recrudescenza delle azioni violente da parte di emissari marocchini nei confronti di cittadini e autorità saharawi. Durante il progetto "Ambasciatori di Pace", che ha visto il soggiorno di bambini saharawi in Italia (luglio-agosto 2024), sono stati segnalati atti di intimidazione: a Pontassieve (FI), i bambini saharawi sono stati aggrediti verbalmente da membri della comunità marocchina, mentre a Castelfiorentino (FI) è stata strappata la bandiera saharawi esposta nella scuola che li ospitava.

3. Escalation internazionale: La minaccia violenta marocchina si è manifestata anche durante il vertice Africa-Asia di Tokyo, il 23 agosto 2024, quando un funzionario del governo marocchino ha aggredito l’ambasciatore saharawi Lamine.

La Rete Saharawi Italiana considera inaccettabile che atti di intolleranza e violenza vengano promossi in Italia da un rappresentante come Chaouki, il quale, pur avendo ricoperto un ruolo istituzionale in precedenza, si schiera a favore di un regime autoritario, contrario a una soluzione pacifica della questione saharawi. 

La Rete Saharawi Italiana esprime solidarietà:

- Ad Amnesty International per il suo instancabile impegno nella difesa dei diritti umani.

- Al Fronte Polisario e ai suoi rappresentanti, per il loro impegno nel perseguire una soluzione pacifica al conflitto del Sahara Occidentale, rispettando rigorosamente il cessate il fuoco.

- A Mohamed Dihani, affinché il suo diritto alla protezione internazionale venga finalmente sancito e possa continuare a lottare per l’indipendenza del suo popolo.

Appello alla società civile e alla politica:

Rivolgiamo un invito alla società civile e alle istituzioni italiane affinché vigilino su eventuali provocazioni e prendano una posizione chiara contro ogni forma di repressione e sopraffazione. Alla politica italiana chiediamo di isolare ed emarginare figure che, utilizzando in maniera impropria il proprio ruolo istituzionale, sostengono regimi autoritari estranei ai valori democratici del nostro Paese.

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