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Repressione e fame nel Sahara Occidentale: 60 giovani arrestati per cercare oro


Sahara occidentale, 10 giugno 2024 - Tra il 4 e il 6 giugno, una brutale repressione ha colpito la popolazione sahrawi nel Sahara Occidentale occupato. Una squadra dell'esercito reale marocchino ha arrestato 50 giovani nella zona sud-est della città occupata di Dakhla, mentre altri 10, impegnati nella ricerca dell'oro, sono stati fermati e le loro proprietà confiscate dalla gendarmeria reale marocchina.

Dietro questa ondata di arresti e confische si cela una strategia ben precisa: quella di soffocare il popolo sahrawi e scoraggiarlo dalla sua lotta per la libertà e l'indipendenza. Da anni, l'occupazione marocchina attua una politica di fame e impoverimento che taglia i mezzi di sostentamento ai Sahrawi, costringendoli a cercare soluzioni alternative per sopravvivere.

La ricerca dell'oro, soprattutto nelle zone di Matlan e Challa, rappresenta una delle poche possibilità per questi giovani di sfuggire alla morsa della miseria imposta dal Marocco. Ma l'occupazione marocchina non tollera neanche questo minimo di autonomia: confisca le loro proprietà, trasforma le loro terre in aree militari e li arresta con accuse pretestuose, come quella di "ricerca illegale di oro".

L'obiettivo è chiaro: impedire ai Sahrawi di beneficiare delle risorse del loro stesso paese e spegnere ogni barlume di speranza per un futuro migliore. La comunità internazionale non può rimanere silenziosa di fronte a queste violazioni flagranti dei diritti umani. È necessario un intervento deciso per fermare la repressione marocchina e garantire al popolo sahrawi il diritto all'autodeterminazione e a una vita dignitosa.

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