Australia, 21 giugno 2024 - Mohamed Mayara, giornalista e sindacalista Saharawi, denuncia la "politica sistematica di repressione" del Marocco nel Sahara Occidentale. Durante un forum pubblico tenutosi in Australia il 17 giugno, Mohamed Mayara, giornalista dell'organizzazione Equipe Media e sindacalista Saharawi, ha descritto la difficile situazione del popolo Saharawi sotto l'occupazione marocchina. Mayara, che ha subito anni di carcere, tortura e persecuzione per il suo attivismo, ha definito le azioni del regime marocchino una "politica sistematica di repressione" volta a soffocare la lotta per l'indipendenza del Sahara Occidentale.
Un territorio conteso e una lotta per l'autodeterminazione:
Il Sahara Occidentale, definito da Mayara come "l'ultima colonia d'Africa", è stato occupato dal Marocco dal 1975. Da allora, il Fronte Polisario guida la resistenza Saharawi per l'indipendenza, una lotta che ha visto un cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite nel 1991. Purtroppo, questo cessate il fuoco è stato rotto nel 2020 con il Marocco che ha intensificato la repressione contro i Saharawi.
Repressione, sfruttamento e la richiesta di solidarietà internazionale:
Mayara ha denunciato la costruzione di un muro divisorio da parte del Marocco, l'uso di mine antiuomo, la sparizione di prigionieri politici e la costruzione di nuove carceri. Nonostante queste atrocità, il popolo Saharawi continua a lottare per il proprio diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza, mediante un referendum libero ed equo.
Il diritto internazionale e la responsabilità dell'Australia:
Ntina Tzouvala, esperta di diritto internazionale, ha ribadito il diritto del popolo Saharawi all'autodeterminazione, riconosciuto anche dalle Nazioni Unite. Ha sottolineato la responsabilità dell'Australia, in base al diritto internazionale, di non intrattenere accordi commerciali con il Marocco che coinvolgano il Sahara Occidentale.
Risorse naturali e interessi geopolitici:
Kamal Fadel, rappresentante del Fronte Polisario per Australia e Nuova Zelanda, ha evidenziato l'importanza strategica del territorio per il Marocco, ricco di risorse come petrolio, gas, pesce e minerali rari. Ha denunciato il sostegno di alcuni paesi potenti, come gli Stati Uniti e Israele, al regime marocchino e l'interesse di multinazionali a sfruttare le risorse del Sahara Occidentale.
Le proteste contro lo sfruttamento e la richiesta di boicottaggio.
Fadel ha sollecitato le aziende australiane, tra cui Fortescue Metals Group, a cessare l'importazione di fosfati e altre risorse dal Sahara Occidentale. Ha invitato inoltre a una maggiore solidarietà con la causa Saharawi, ispirandosi alla lotta del popolo palestinese.
La speranza per un futuro libero:
Nonostante le difficoltà e la repressione, il popolo Saharawi non si arrende. La loro lotta per la libertà e l'autodeterminazione continua, sostenuta da attivisti internazionali e dalla richiesta di un rispetto del diritto internazionale. Il caso del Sahara Occidentale rappresenta un monito per la comunità internazionale e un invito a non cedere di fronte all'oppressione e allo sfruttamento.