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Sahara Occidentale: la lotta continua contro l'occupazione marocchina


Campi profughi saharawi, 3 maggio 2024 - Il Fronte Polisario denuncia la campagna di disinformazione orchestrata dal Marocco per nascondere l'occupazione illegale del Sahara Occidentale e le violazioni dei diritti umani contro il popolo Saharawi. Mohamed Sidati, membro della Segreteria Nazionale del Fronte Polisario e Ministro degli Affari Esteri RASD, ha affermato che il Marocco utilizza un "terribile apparato mediatico" per diffondere una falsa immagine di prosperità e stabilità nelle zone occupate, mentre in realtà la popolazione Saharawi vive sotto oppressione e saccheggio delle sue risorse.

Una guerra su più fronti:

Il popolo Saharawi è impegnato in una dura battaglia su tutti i fronti: militare, legale, mediatico e umanitario. "È una guerra di liberazione, una guerra feroce e crudele che va avanti da cinquant'anni", ha dichiarato Sidati. Nonostante i sacrifici, il popolo Saharawi non si arrende e continua a lottare per il proprio diritto all'autodeterminazione.

Nuove opportunità per la decolonizzazione:

Il professore di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell'Università dell'Algeria, Zuhair Bouamama, ha espresso ottimismo sulle possibilità di decolonizzazione del Sahara Occidentale, grazie all'evolversi del contesto internazionale. L'unica soluzione giusta e duratura rimane il rispetto del diritto internazionale e l'indizione di un referendum di autodeterminazione.

La ripresa della guerra: il fallimento della comunità internazionale:

L'ambasciatore sudafricano ha sottolineato l'importanza di questo evento per comprendere l'evoluzione della lotta del popolo Saharawi. Il ministro consigliere della Presidenza della Repubblica Saharawi, Bachir Mustafa Sayed, ha spiegato che la ripresa della guerra nel novembre 2020 è stata causata dall'esaurimento della pazienza del popolo Saharawi di fronte all'inazione della comunità internazionale di fronte all'intransigenza marocchina.

Le conseguenze devastanti della guerra:

Il conflitto ha avuto un impatto drammatico sulla popolazione Saharawi, causando migliaia di vittime, soprattutto civili, e sfollando migliaia di persone. L'economia marocchina non è immune al conflitto, come evidenziato dall'aumento della povertà, delle proteste sociali e dell'emigrazione.

Violenze e soprusi sui Saharawi:

L'ex prigioniero politico Saharawi Bachri Ben Talib ha denunciato le pessime condizioni dei prigionieri Saharawi e l'assedio imposto dal Marocco alle città occupate, che impedisce l'accesso a media internazionali e osservatori. L'attivista Saharawi ha accusato il Marocco di utilizzare la tattica della "terra bruciata" per privare il popolo Saharawi dei suoi mezzi di sussistenza.

La lotta per l'autodeterminazione e la tutela delle risorse:

Il ministro Saharawi Mohamed Salem ULD Salek ha ribadito che il popolo Saharawi si trova ad affrontare una "guerra di colonizzazione". Ha sottolineato le responsabilità storiche e giuridiche della Spagna, in quanto potenza de jure del Sahara Occidentale secondo il diritto internazionale. Oubi Bachraya Bachir, rappresentante del Fronte Polisario a Ginevra, ha spiegato che la battaglia legale mira a proteggere le risorse naturali Saharawi, isolare il Marocco a livello internazionale e perseguirlo legalmente. Il giurista spagnolo Felipe Briones ha confermato che la Spagna ha ancora la responsabilità legale e storica di decolonizzare il Sahara Occidentale.

La lotta del popolo Saharawi per l'autodeterminazione e contro l'occupazione marocchina continua nonostante le difficoltà e le sfide. La comunità internazionale ha il dovere di sostenere il diritto del popolo Saharawi all'autodeterminazione e di lavorare per una soluzione pacifica e giusta del conflitto.




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