Ginevra (Svizzera), 16 marzo 2024 - La difensore dei diritti umani sahrawi Ghalia Djaimi ha rivolto un accorato appello al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, denunciando la grave situazione dei diritti umani nel Sahara occidentale sotto l'occupazione marocchina.
Preoccupazioni per le violazioni e il silenzio del Consiglio:
Nel suo intervento durante la 55a sessione del Consiglio, Djaimi ha condannato le violazioni sistematiche perpetrate dal Marocco contro i civili sahrawi, sottolineando la politica di discriminazione razziale attuata contro i sostenitori dell'autodeterminazione e dell'indipendenza.
L'attivista ha deplorato il silenzio del Consiglio di fronte ai crimini commessi dal Marocco nei territori occupati, nonostante le numerose segnalazioni di abusi e violazioni. Ha ribadito l'importanza del Consiglio come forum per discutere e denunciare tali violazioni, e ha esortato l'organismo a fare pressione sul Marocco affinché rispetti il diritto internazionale e la legittimità.
Il diritto all'autodeterminazione e la pace:
Djaimi ha espresso il suo sostegno all'affermazione dell'Alto Commissario per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, che il diritto di tutti i popoli alla pace è la base di tutti i diritti. Tuttavia, ha sottolineato che il Marocco non rispetta questo diritto fondamentale, negando al popolo sahrawi il diritto all'autodeterminazione, alla libertà, all'indipendenza e alla sovranità sulle proprie terre e risorse.
Ha inoltre richiamato l'attenzione sulla situazione in Palestina, dove i civili, donne e bambini, vengono uccisi quotidianamente. Secondo Djaimi, la pace non può essere raggiunta senza il rispetto dei diritti umani e dell'autodeterminazione per tutti i popoli.
Appello all'Alto Commissario:
Al termine del suo intervento, Djaimi ha rinnovato il suo appello all'Alto Commissario Bachelet affinché ponga fine all'ignoranza della situazione nel Sahara occidentale e impedisca al Marocco di sfruttare politicamente il Consiglio per coprire le sue violazioni.