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IlMANIFESTO: Sultana Khaya: Noi Saharawi dimenticati dal mondo


Roma, 18 gennaio 2024 - L'articolo di Stefano Mauro, pubblicato sul quotidiano il Manifesto il 17 gennaio 2024, ha come titolo "Sultana Khaya: «Noi Saharawi dimenticati dal mondo»". L'articolo riporta un'intervista a Sultana Khaya, simbolo della lotta non violenta e presidentessa della “Lega per la difesa dei diritti umani”.

L'intervista inizia con la domanda su come Sultana Khaya giudichi la scelta del Marocco come presidente del Consiglio dei Diritti Umani. Khaya risponde che la scelta è deludente e in linea con l'abbandono del popolo saharawi da parte della comunità internazionale e dell'Onu. Il Marocco, infatti, è accusato di violazioni dei diritti umani nel Sahara occidentale occupato.

Khaya poi parla della dura repressione di Rabat contro gli attivisti saharawi. Dice che dalla ripresa del conflitto nel 2020 le autorità di occupazione marocchine hanno aumentato le violenze e gli arresti. Gli attivisti sono obbligati a restare nelle loro abitazioni senza poter uscire, o a scappare verso le Canarie rischiando la vita in mare.

Khaya poi parla della situazione dei prigionieri politici saharawi detenuti nelle carceri marocchine. Dice che è impossibile determinare il numero preciso dei prigionieri politici, ma che si parla di almeno 45 condannati, più altri attivisti detenuti senza condanna o agli arresti domiciliari forzati. La situazione nelle carceri marocchine è pessima, senza il minimo rispetto dei fondamentali diritti umani. La maggior parte dei detenuti politici è stata imprigionata a oltre mille chilometri di distanza dai territori occupati, senza alcuna possibilità di visita da parte di familiari o avvocati. Khaya ha fatto appello alla comunità internazionale perché si venga a verificare le condizioni dei prigionieri politici.

Infine, Khaya parla del ruolo delle donne nella resistenza all'occupazione. Dice che il ruolo della donna è sempre stato fondamentale nella resistenza all'occupazione. Ancora oggi, nonostante il brutale clima di repressione, sono le donne a scendere in strada, ad essere picchiate, violentate e arrestate. Khaya si considera un simbolo della resistenza che continuerà, nonostante tutto, fino alla liberazione delle terre saharawi.

L'intervista si conclude con una domanda su quale sia la soluzione più praticabile e utile alla causa saharawi. Khaya risponde che gli attivisti saharawi chiedono la pace, ma che appoggiano la scelta del Fronte Polisario di voler difendere il proprio popolo con la ripresa della lotta armata di liberazione. La soluzione, per il popolo saharawi, è un referendum di autodeterminazione che sancisca l'indipendenza.

L'intervista a Sultana Khaya è un importante documento per comprendere la situazione dei diritti umani nel Sahara occidentale occupato. Khaya è una voce autorevole che rappresenta la lotta del popolo saharawi per l'indipendenza.

https://ilmanifesto.it/sultana-khaya-noi-saharawi-dimenticati-dal-mondo

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